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JIMMY DELLA COLLINA, di Enrico Pau, con Nicola Adamo, ...

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Oggi anziché su un ring, ci porta in un carcere dove finisce un diciassettenne, Jimmy, appunto, che pur uscito da una famiglia di onesti lavoratori -il padre e il fratello sono operai in una raffineria di petrolio nel sud della Sardegna- ha preferito strade più spicce per far soldi, lasciandoci le penne. Condannato a tre anni (è minorenne), mette sempre più in risalto le sue insofferenze e dopo vari contrasti con gli altri ragazzi arriva a tentare il suicidio. Per venirgli incontro, anziché continuare a tenerlo lì, lo inseriscono in una comunità -la Collina del titolo- dove un prete e dei volontari, uomini e donne, si danno molto da fare per aiutare gli "ospiti" a superare i loro traumi. Una volontaria, soprattutto, che dopo anni di carcere (ha ucciso il padre che abusava di lei), si è dedicata adesso ad aiutare gli altri. Con molto impegno. Jimmy sembra seguirla, ma in realtà, ora che non è più tra le sbarre e senza una vera sorveglianza, medita di scappare e lo fa alla prima occasione che gli si presenta. La sollecitudine della volontaria, però, ha fatto una certa breccia nel suo animo, così quando la sua fuga lo porterà su una scogliera isolata dove potrebbe anche assecondare le sue aspirazioni al suicidio, si ferma... E anche il film, che ha il pregio di restare aperto, lasciando allo spettatore di optare per le soluzioni che meglio gli sono state fatte sentire. Un altro pregio è il disegno psicologico di quel personaggio ora violento, ora ribelle, ora frustrato, costruito con cura in quell'ambiente carcerario che, specie nella comunità, avrebbe molte possibilità di venirgli incontro. Tratteggiato con realismo, rivela dal punto di vista delle immagini, delle ricerche di linguaggio, tra il visionario e il concreto, vicine spesso a uno stile. Egualmente realistici gli interpreti cui si accompagnano spesso dei non professionisti scelti in quegli stessi ambienti (oltre, di scorcio, lo stesso Carlotto autore del romanzo). Il protagonista è Nicola Adamo, fra rabbia e tenerezza, la volontaria è Valentina Carnelutti, sempre con gli accenti giusti anche quando, molto di sfuggita, sembra cedere a una pausa romantica.

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