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Addio Heston, l'uomo-kolossal

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Nellasua duratura e applauditissima carriera di attore, in oltre 100 film, ha impersonato Mosè, Michelangelo, Marco Antonio, diventando l'immagine stessa del kolossal. In un momento della sua vita professionale ha anche reinventato il western e, alla fine dei Sessanta, ha dato dignità e nuova energia alla fantascienza con «Il pianeta delle scimmie» nel quale, con un gesto contro ogni forma di razzismo, bacia affettuosamente una donna-scimmia. Era un americano doc, fervente difensore delle libertà civili e sostenitore di Martin Luther King. Ma Heston è anche quello che negli Stati Uniti ha strenuamente difeso le armi e il diritto di portarle liberamente, procurandosi sonore pernacchie. Incomprensibile, forse, per noi della vecchia Europa, ma non per chi è nato nel Paese dei Padri Fondatori, della rivoluzione contro gli inglesi e del Far West. La sua figura, ieri, è stata ricordata con ammirazione anche dal presidente Bush e da Nancy Reagan. Il suo vero nome era John Charlton Carter, era nato nel 1924 a Evanston, nell'Illinois. A vent'anni sposò Lydia Marie Clarke, con la quale è rimasto fino all'ultimo istante della sua vita. Appassionato attore di teatro sheakespeariano fu soldato per tre anni, durante la seconda Guerra Mondiale, poi si dedicò soprattutto alla tv. Nel '52 arrivò il primo kolossal: «Il più grande spettacolo del mondo», diretto da Cecil B. DeMille. Nel '54 Heston interpretò il personaggio che ispirerà poi Indiana Jones in «Il segreto degli Incas». La fama planetaria arrivò nel '59 con la pioggia di Oscar su «Ben Hur»: ne vinse 11, record ancora imbattuto, e uno, miglior attore, lo prese proprio lui. Fece una valanga di film in costume. «Ho un volto - scherzava l'attore - che appartiene a un altro secolo». Oltre che attore è stato anche regista, ha ricoperto incarichi di responsabilità come presidente del sindacato degli attori e poi dell'American Film Institute. Negli anni '60 Heston è stato in prima linea nel Movimento dei Diritti Civili al fianco di Martin Luther King. Nel '98 divenne il presidente della National Rifle Association, la potente associazione americana dei costruttori di armi. Mantenne la carica fino al 2003. Una delle sue ultime apparizioni fu nel film di Michael Moore «Bowling for Colombine», in una impietosa intervista, mentre, con il fucile stretto tra le mani tremanti per l'Alzheimer, rivendica il diritto di ogni americano di possedere tutte le armi che vuole. Ultimo suo film, «My Father - Rua Alguem 5555», nel 2004, tratto dal libro dello scrittore tedesco Peter Schneider e diretto da Egidio Eronico, nel quale interpreta Josef Mengele, il colonnello medico delle SS responsabile dei più atroci esperimenti sui bambini nel campo di Auschwitz. Era già malato, da tempo. Heston stesso aveva voluto rendere noto a tutti, con un video registrato trasmesso da tantissime televisioni, di avere il morbo di Alzheimer. «Il mondo è un posto difficile - disse in quel periodo con amaro umorismo - Nessuno ne esce vivo».

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