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Sonohra: «Musica internazionale e parole in italiano»

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Ma anche la musica made in Usa, da Bon Jovi a Bryan Adams: «Amiamo spaziare tra vari generi, e nei live è bello far uscire anche la nostra vena blues. In fondo - aggiungono i due veronesi - pur facendo un genere prevalentemente straniero, cantiamo in italiano. La nostra è una trasformazione della musica di casa nostra, che attinge a sonorità estere». Il nome Sonohra nasce dalla necessità di «dare più respiro al nome, ma anche dalla cadenza del nostro dialetto. Oltre ad essere un riferimento al deserto, che per noi rappresenta un'immensa idea di libertà». Per il giovanissimo Jacopo Troiani, terzo, appena 17 anni, «sorpresa» è la parola d'ordine: «Per me era già un sogno partecipare a questo Festival». I Frank Head, con il brano «Para Parà Rà Rara» hanno guadagnato il Premio della Critica: «Siamo molto onorati, era il nostro obiettivo», mentre Ariel ha vinto il Premio Sala Stampa Radio-Tv: «Sono soddisfatta di come si è conclusa questa avventura».

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