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Joe Strummer, il poeta punk

Joe Strummer

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Il regista, autore di decine di video musicali (di cui due sulla band di Johnny Rotten, "La grande truffa del rock 'n roll" e "Sex Pistols: oscenità e furore"), mostra luci ed ombre del cantautore, suo grande amico, morto nel 2002 a 50 anni per infarto, proprio alla vigilia di una reunion con i Clash, profeti britannici che insieme ai Sex Pistols, a cavallo tra gli anni '70 e '80 diedero vita al movimento punk. In un montaggio serrato si ripercorrono le varie fasi della vita di Strummer, figlio ribelle di un diplomatico, che diventa a 24 anni, insieme a Mick Jones, il volto simbolo dei Clash, nati nel 1976 sull'onda del successo riscosso dai Sex Pistols. Dopo lo scioglimento della band, nel 1985 il musicista abbandona le scene dedicandosi a vari mestieri (dalla recitazione alla composizione di colonne sonore), tornando negli ultimi anni della sua vita ad esibirsi e a incidere dischi. «Questo film è il tentativo di affrontare la morte improvvisa di un amico molto caro. È stata un'esperienza straordinaria raccontare una persona come Joe che, grazie alla sua celebrità, era capace sia di comunicare con i ragazzi di tutto il mondo sia di restare imprigionato in un meccanismo autodistruttivo - ha spiegato ieri a Roma il regista -. Joe ha cercato di umanizzare la cultura della celebrità e non ha mai smesso di lottare contro il concetto per cui chi è ricco e famoso è di conseguenza più importante. Il messaggio antiautoritario, antimilitarista, pacifista e libertario, portato da Strummer e dal punk in generale, è una grande fucina di idee, che può continuare a dire molto ai più giovani. Oggi i ragazzi vivono come in una bolla, sottoposti al bombardamento di internet e a centinaia di canali tv che li spingono a non pensare. Quando quella bolla scoppierà, idee come quelle di Joe torneranno ad essere fortemente ascoltate. Amy Winehouse è ad esempio una creatura fantastica, con una voce straordinaria, ma corre il rischio di cadere vittima del proprio successo: le farebbe bene sparire per un po' dalle scene». Il film, presentato ai festival di Torino e di Sundance e vincitore del British Indipendent Award, mescola animazioni dei disegni del musicista, interviste, filmini di famiglia, esibizioni di Strummer (all'anagrafe John Graham Mellor) prima, durante e dopo i Clash, e i nastri di "London Calling", il programma radiofonico sulla BBC World Service che il musicista ha condotto dal '98 al 2002. Per rievocare l'amico nella sua ribellione alla famiglia borghese, i suoi drammi (come il suicidio del fratello), la fama planetaria, le crisi personali e professionali, la lontananza dalle scene e le rinascite, Temple ricorre inoltre a tante testimonianze, tra ricordi, aneddoti e riflessioni, raccolte alla luce di un falò, di amici, familiari, e personaggi famosi come Johnny Depp, Jim Jarmusch, Bono, Matt Dillon, Steve Buscemi, Courtney Love e Martin Scorsese. «In molti casi sono stati loro a chiedere di essere nel film, volevano spiegare quanto fosse stato importante conoscere Joe o la musica dei Clash nella loro vita», ha sottolineato Temple. Fra tutti sorprende Scorsese, che rivela come «per "Toro Scatenato" mi sia ispirato alla creatività dei Clash. Per me sono stati una rivelazione, mi hanno fatto riprovare la stessa emozione che ho provato la prima volta che ho ascoltato il rock 'n roll». Bono, per cui il primo concerto della vita fu proprio quello del gruppo punk, narra invece come con la loro musica «per la prima volta le idee diventarono più importanti degli assoli di chitarra». Prima del documentario, il gruppo punk è stato recentemente raccontato anche da "The Clash. Death and Glory", la biografia scritta dal giornalista inglese Pat Gilbert e pubblicata in Italia da Arcana Edizioni.

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