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di TIBERIA DE MATTEIS Il bergamasco Arlecchino, la maschera ...

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Ed è proprio questo spettacolo immortale e sempre vitalissimo a inaugurare dal 6 all'8 marzo la stagione del National Center for the Performing Arts di Pechino, la nuovissima struttura polifunzionale costruita in occasione delle Olimpiadi in prossimità della nota piazza Tiananmen, destinata a diventare il principale centro culturale della Cina. L'evento scenico del Piccolo Teatro di Milano è l'unica rappresentanza italiana ospitata nella grande sala da oltre mille posti che insieme a un'Opera House e a una sala concerti compone l'immensa conchiglia di vetro e titanio che emerge da uno specchio d'acqua. Il monumentale e avveniristico edificio, realizzato dall'architetto francese Paul Andreu e costato 400 milioni di dollari, copre 119 mila metri quadrati di superficie e si sviluppa 50 metri d'altezza e 32 di profondità sotto terra. Il Piccolo Teatro torna in Cina dove, dal 2002 a oggi, ha già visitato sei differenti città, incontrando oltre 40 mila spettatori e collaborando con 16 scuole e università, con lo spettacolo diventato il simbolo internazionale della sua attività teatrale, atteso ormai ogni anno dal pubblico cinese. Arlecchino è l'indiscusso protagonista e si avvale del talento funambolico e straordinario di Ferruccio Soleri (classe 1929) che dal 1963 incarna questo ruolo dapprima affidato a Marcello Moretti. L'attore si è aggiudicato per la sua ludica e sbrigliata interpretazione, supportata da un immane lavoro fisico garantito da un corpo atletico e da una fantasia plastica di passetti e capriole, una serie di prestigiosi riconoscimenti come la Maschera d'Oro di Mosca nel 2001, l'Arlecchino d'Oro nel 2001, la Medaglia d'Oro della Repubblica Italiana per le Arti e la Cultura nel 2005, il Leone d'Oro del Teatro alla Biennale di Venezia del 2006, ed è stato nominato Goodwill Ambassador dell'Unicef nel 2007. «Strehler era un genio e con questo spettacolo ha legato i popoli fra loro», ha dichiarato Soleri, visibilmente commosso nel presentare l'avvenimento glorioso per il nostro Paese che rafforza un fertile e produttivo scambio con la Cina. «Per adattarci ai diversi spazi internazionali siamo tornati all'antica versione con la scenografia ridotta all'essenziale con la pedanina che evoca le recite dei comici dell'arte. Mi piacerebbe definirla "edizione del ricordo", memore dell'amore nutrito per tutta la vita da Strehler per questo capolavoro di Goldoni». E l'imminente esperienza di una nuova trasferta richiama alla mente episodi emblematici e interessanti. «In Cina partono dal teatro per studiare il cinema. Hanno una cultura scenica incredibile e una preparazione fisica formidabile con un lavoro sul corpo iniziato fin dalla più tenera età. Il loro entusiasmo è assoluto e travolgente: invadono i camerini per toccarmi e inginocchiarsi davanti a me», ha raccontato l'attore. Un onore reso all'Italia che dovrebbe indurre alla riflessione sulla scarsa considerazione dedicata in patria alla nostra prosa così apprezzata all'estero anche se il direttore generale per lo Spettacolo del Ministero Salvo Nastasi ha alimentato speranze: «La situazione economica del Fondo Unico per lo Spettacolo sarà più florida per il prossimo triennio». E se negli Stati Uniti c'è chi reputa Goldoni poco conosciuto, la Cina conferma la sua cultura millenaria accogliendo a Pechino in bella vista un busto del drammaturgo veneziano.

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