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Pizzi, il lupo solitario che parla con le immagini

Umberto Pizzi, La Bocca

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  Ai suoi scatti da quaranta e più anni «Il Tempo» dedica una mostra e un libro. L'appuntamento con l'esposizione delle più irriverenti foto di Umberto Pizzi è a Roma, a Palazzo Wedekind, dal 14 dicembre all'8 gennaio, tutti i giorni tranne i festivi dalle 14 alle 19. Il titolo è «La bocca», in omaggio a quel particolare che l'obiettivo del nostro fotografo cerca con particolare malizia. E «Umberto Pizzi - La bocca» è anche il titolo del libro, con tante immagini e gli interventi di Giuseppe Sanzotta, direttore de «Il Tempo», Pierluigi Magnaschi, vicepresidente Gruppo Class e del deputato Daniele Capezzone. Le riproduzioni delle foto in mostra, autografate da Pizzi, potranno essere acquistate. Il ricavato sarà devoluto all'Ospedale Pediatrico Bambin Gesù. Umberto Pizzi, da quando sulla piazza? «Diciamo dagli anni Sessanta». Lei ha iniziato come fotoreporter di grandi eventi, quali i primi soggetti? «Bambini e vecchi... poi ho girato il mondo per la Fao. Sono stato nei campi profughi in Giordania, in Palestina. Sono stato il primo a fotografare i bambini palestinesi addestrati alla guerriglia. Non avevo agenti, mi pagavo da solo le spese. Ero abbastanza libero, un lupo solitario, però avevo grossi problemi finanziari, potevo finire anch'io sotto la tutela della Fao». E la «Dolce vita»? «Un funzionario della Fao, la signora Buzz, mi cosigliò di mettermi dietro ai paparazzi, che mi avrebbero dato una visione nuova della fotografia commerciale, così ho partecipato a quello che rimaneva della Dolce vita. Ma per purgarmi l'anima facevo anche reportage per grandi riviste: "People Magazine", "Time", "National Inquirer". Mi affittavano e pagavano bene». E in tempi più recenti? «C'è stata la svolta della fotografia, la rivoluzione mediatica con Internet. Oggi cinque minuti dopo un avvenimento tutti hanno le immagini. Prima i personaggi importanti non potevano essere pubblicati... Recentemente ho fatto grandi scoop, andati via Internet, magari non ho guadagnato nulla, ma li hanno visti tutti». Ieri si fotografavano più attori, oggi più politici, perché? «Perché gli attori, quelli veri, non ci sono più. I politici non vorrebbero farsi fotografare, gli rode, ma oggi si può fare». Con questa mostra nell'obiettivo, oggi, c'è lei. «Per me non cambia nulla, devo sempre lavorare. Oggi fai un grande servizio e domani ricominci da capo, ogni giorno ti rinnovi».

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