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Halle Berry «Pochi i ruoli per le donne»

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Audrey Burke (Halle Barry) non capisce infatti perchè il marito Brian scappi spesso a trovare quel suo amico che è una sorta di relitto umano. Eppure, quando Brian morirà, ucciso casualmente in una rissa per strada, la donna cercherà proprio nel tossico Jerry di scoprire il mondo segreto del marito: tanto da offrire a quell'uomo stralunato ospitalità in una dependance, nel tentativo di salvarlo dal tunnel della droga. Su queste note drammatiche si dipana il film "Oltre il fuoco", da gennaio nelle sale distribuito da Bim e ieri alla Festa del cinema nella sezione Premiere, diretto dalla regista danese - protetta da Lars Von Trier - Susanne Bier. Accanto a Berry spicca un Benicio Del Toro superbo, con i suoi modi sognanti, rallentati e goffi, che riescono però a conquistare una donna borghese e i suoi due figli. «Non ho mai aspirato ad essere una donna sexy, nè tantomeno a ritrovarmi nell'elenco di "People" tra le donne più belle del mondo - ha esordito ieri Berry, 41 anni, in attesa del figlio del suo compagno (un modello canadese di dieci anni più giovane di lei) -. Per fortuna non ho ancora perso nessuno, così mi sono dovuta immaginare tutti gli stadi del lutto e del dolore. Il tema della dipendenza invece lo conosco indirettamente: mio padre era alcolizzato. È difficile lavorare a Hollywood da donna anche quando si è vinto, come me, un Oscar con "Monster's Ball", nel 2002. Le sceneggiature e i ruoli principali sono tutti per gli uomini. L'industria cinematografica è molto competitiva e bisogna sempre lottare per conquistarsi una parte. Spero di poter lavorare presto un con un regista italiano: ho incontrato Gabriele Muccino a Los Angeles e farei i salti di gioia se mi chiedesse di fare un film con lui». Anche la regista Bier è convinta che le cose oggi per il mondo femminile non siano affatto migliorate. Ma il fatto che negli States stiano per fare un remake del suo "Brothers" (2004) non può che farle piacere: «Quello che lega sempre i miei lavori è il filo della speranza, senza la quale non riuscirei neppure a lavorare», ha concluso la cineasta già candidata all'Oscar per "Dopo il matrimonio".

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