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Tra le tendenze più interessanti del mercato degli audiovisivi emerge sicuramente il fatto che il fenomeno dei reality show sembra subire un ridimensionamento mentre la presenza nei nostri palinsesti di generi tradizionali come fiction e quiz registra un incremento. La denominazione tecnica usata per i quiz di ultima generazione è game-show, metasinonimo che ci ricorda quanto ormai questo genere si basi non tanto su domande e relative risposte ma sul tempo che separa le prime dalle seconde. Per quanto riguarda le fiction stiamo assistendo a dei fenomeni particolarissimi: mentre si continua a investire risorse ingentissime su prodotti come il discusso Guerra e Pace, mega produzione che rientra nel genere tutto italiano della miniserie e quindi destinato a consumarsi nel giro di poche serate, emerge un singolare dibattito sulla serie Doctor House, "trasferita" dalla rete Mediaset dal target più giovanile (Italia 1) a quella con un pubblico più eterogeneo (Canale 5) per aggiungere all'audience di fedelissimi del programma il bacino dei fidelizzati della rete ammiraglia. Ciò ha provocato vivacissime proteste da parte dei fan del dottore americano che rimpiangono gli orari e il minor battage pubblicitario di Italia 1. Questa serie di eventi, apparentemente slegati tra loro, ci suggerisce una riflessione: quando nell'Italia del duopolio televisivo si riuscirà a sperimentare linguaggi televisivi non futuristici, ma almeno contemporanei, e a sfidare le produzioni americane nel campo della lunga serialità che porta investimenti pubblicitari e fidelizzazione del pubblico, specialmente quello più giovane che da anni ha trovato in media più agili come radio e internet linguaggi più creativi e intriganti? [email protected]

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