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Morricone, finalmente l'Oscar

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«Otto nastri d'argento, sei David di Donatello, quattro Bafta e altri innumerevoli riconoscimenti: mancava solo questo», ha detto Morricone, «anche se in questi giorni proprio non ci pensavo: quando uno lavora non pensa ai premi». L'autore di oltre 400 tra musiche e colonne sonore di film, riceverà l'Oscar alla carriera durante la premiazione degli Academy Awards fissata per il 25 febbraio ad Hollywood. Questa la motivazione ufficiale: per il suo contributo «magnifico e dai molteplici aspetti all'arte della musica cinematografica». Morricone è, ormai, una leggenda nel mondo del cinema e non solo. Dopo gli inizi come arrangiatore ed autore di musica leggera, ha cominciato a scrivere per lo schermo esordendo nel 1961 con «Il federale» di Luciano Salce. È divenuto famoso per i western e per un lungo, felicissimo, sodalizio con Sergio Leone, ad iniziare da «Per un pugno di dollari» (1964), poi «Per qualche dollaro in più», «Il Buono, il brutto, il cattivo», fino al gangster-movie del 1984 «C'era una volta in America». Ma Morricone è anche l'artista preferito di Elio Petri («Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto», «La classe operaia va in paradiso»); Gillo Pontecorvo(«La battaglia di Algeri»); Pier Paolo Pasolini («Uccellacci e uccellini»). È un autore veramente instancabile che firma le musiche di altri tantissimi film. Da «Mission» al «Vizietto» a «Nuovo Cinema Paradiso». In ben cinque occasioni il 78enne musicista italiano ha ricevuto la nomination, ma altrettante volte il premio è poi andato ad altri. Quale potrebbe essere la star che premierà Morricone nella Notte degli Oscar? Il maestro prova ad ipotizzare: «Si parla di Clint Eastwood o di Warren Beatty». Con il primo ha realizzato i famosi western, con il secondo «Bugsy», nel 1991. Alla domanda «chi vuole ringraziare?», ha risposto: «Mia moglie per la pazienza sempre dimostrata. Un altro grazie va a tutti i registi che mi hanno chiamato e a chi ha avuto l'idea di darmi l'Oscar». Un importante riconoscimento per un grande artista. Un'arte che frutta bene: Morricone è tra gli autori che fatturano i maggiori diritti d'autore. Nella top ten Siae, figura testa a testa con Vasco Rossi, Eros Ramazzotti e Mogol con cifre intorno e oltre il milione di euro l'anno. Andrà a Los Angeles a ritirare la statuetta? «Certo che ci andrò, come posso mancare?». Prima di ritirare l'Oscar alla Carriera Morricone si esibirà per la prima volta negli Stati Uniti il 2 febbraio. Il maestro è stato invitato a tenere nella sede dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite un concerto di benvenuto per il nuovo segretario generale Ban Ki-Moon, in carica dal 1 gennaio 2007. In quell'occasione Morricone eseguirà, insieme al repertorio delle sue principali composizioni di musica da film, anche il brano «Voci dal silenzio» scritto dopo l'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001 e ripensato «contro tutte le stragi del mondo», spiega il compositore. Il giorno dopo, il 3 febbraio, Morricone terrà l'annunciato concerto-evento al Radio City Music Hall, mentre dal 1 al 5 febbraio il Moma, Museum of Modern Art di New York, organizzerà una retrospettiva di alcuni tra i film più importanti per i quali il Maestro ha firmato le colonne sonore. Per Morricone c'è grande attesa in America, Paese che lo ha tanto corteggiato ma in cui il Maestro curiosamente non ha mai fatto concerti. Come mai? «Perché non me lo hanno chiesto», risponde, anche se si fa fatica a credere che nessuno ci abbia mai pensato. Un produttore si favoleggia gli offrì persino una villa sulle colline di Beverly Hills per invitarlo a trasferirsi in America, ma lui rifiutò. «Quella villa - spiega - non l'ho mai vista. Ma io ho sempre preferito tornare a Roma». E oggi più che mai a farsi rapire dall'America non ci pensa proprio. «Sto bene nella mia città», afferma con sicurezza.

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