Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il fascino ferreo della corona

Esplora:
default_image

I non facili rapporti tra sovrana e primi ministri svelano un segreto Da mezzo secolo Elisabetta II è senza poteri. Ma può tutto

  • a
  • a
  • a

È capitato comunque ad Elisabetta II, regina «per grazia di Dio e volontà della Nazione» di una felice isola che si chiama Inghilterra, che a ottant'anni di età può vedersi, se lo vuole, raffigurata in un film intitolato: «The Queen», interpretato al meglio da Helen Mirrer, che a Venezia ha ottenuto il Leone d'Oro per quel ruolo femminile. Un film che tratta del contrasto che oppose il premier Tony Blair alla regina nei giorni della morte della principessa Diana, con Elisabetta II che vedeva quella morte come un avvenimento privato (oltretutto Diana aveva divorziato dal principe Carlo), e Blair che rendendosi conto dell'impatto popolare della tragedia pretese, ed ottenne, dei funerali di Stato, la gualdrappa con le insegne del Galles sulla bara di Diana, e dietro Carlo e i figli a seguire il feretro. È stato il secondo caso d'intervento governativo negli affari privati della famiglia reale. Il primo avvenne durante un ministero Churchill, allorché il governo spedì di fretta a Bruxelles il capitano Peter Townsend, dopo che la sorella della regina, Margaret, si era innamorata di questo eroe della seconda guerra mondiale, però divorziato e di conseguenza indesiderabile. La regina nel caso di Diana aveva sbagliato, il trono, tra l'altro per gli scandali a catena dei figli, sembrava vacillare, e fu un premier laburista a salvarlo. Elisabetta lo capì, e fece pubblica ammenda alcune settimane più tardi nel suo modo inimitabile, ringraziando il primo ministro per essere il tramite «dei messaggi del popolo al sovrano». C'è da aggiungere che Blair uscì sedotto dal personaggio, al punto d'essere accusato dalla moglie Cherie, accesamente antimonarchica, d'essere caduto vittima di un complesso materno. Ma quali sono esattamente i rapporti fra un premier britannico e la Real Casa, come riescono gli inglesi a coniugare la razionalità del principio democratico con la mistica del principio monarchico? Il film di cui parliamo ha aperto questa, e qualche altra domanda, senza tuttavia rischiarare del tutto la zona d'ombra che circonda i rapporti fra il trono e il potere politico. Una sovrana inglese regna, ma non governa, riceve di buon grado il nuovo primo ministro, quale che sia, di destra, di sinistra, di centro appena uscito dalle elezioni, legge il discorso annuale di inaugurazione del Parlamento che è stato scritto dal premier in carica, e tuttavia dice «il mio governo», quasi che fosse lei a dirigerlo. È consultata, non c'è documento che non le venga inviato in lettura, ed Elisabetta è una attenta lettrice. Ma non è lei a stenderli. Incoraggia e mette in guardia. Ma non può decidere. E allora in che cosa consiste la sua forza? Nel tentativo di rispondere bisogna forse considerare un altro aspetto della questione, che cioè una regina resta al suo posto, naturalmente fin che vive, e un primo ministro prima o poi se ne va. Non sappiamo per fare un esempio quello che dirà un giorno la storia di Tony Blair. Ma fin d'ora una cosa è certa: verrà quanto meno ricordato come il decimo presidente del Consiglio del lungo regno di Elisabetta II, che di premier, da Winston Churchill in poi, ne ha visti passare parecchi (e qualcuno lo ha seppellito), quasi a confermare quanto diceva un bello spirito: ci saranno sempre cinque regine, quelle delle carte da gioco, e la regina d'Inghilterra. Elisabetta a quanto pare segue questa tattica: lo dice se è d'accordo, tace se dissente. Ma sono silenzi che pesano come macigni. Un altro esempio? Fu quando un ministro del governo di Harold Wilson propose di togliere dai francobolli il mezzobusto della sovrana. E sarebbe toccato al premier di discuterne con Elisabetta nel corso dell'udienza rituale del martedì. Solo che la regina non fece che parlar d'altro. Wilson capì, e il ritratto di lei rimase al suo posto. Il che significa che i rapporti fra il trono e il governo sono soprattutto una questione di tatto, un campo nel quale gli inglesi sono maestri. Ma che cosa si dicono precisamente un premier e la sovrana og

Dai blog