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Concerto all'Auditorium

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Un'autostrada di immagini nelle note di Allevi

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Mancano solo l'estasiata amica Lucy ed uno Snoopy a fianco, e l'incarnazione sarebbe perfetta. L'altra sera Allevi ha presentato in anteprima «Joy», il suo quarto album, alla Sala Santa Cecilia dell'Auditorium di Roma, stracolma di pubblico adorante, molti giovanissimi, gente che ha fatto due ore di fila per potersi assicurare un posto in platea. Niente video, niente singoli in radio, niente pubblicità. Il solo brano famoso («Come sei veramente») fa da colonna sonora allo spot della BMW girato da Spike Lee, ma molti lo attribuiscono a Keith Jarrett. Errore lusinghiero. Eppure, alla faccia dei reality e della presunta stupidità del pubblico che andrebbe soddisfatta nutrendola con le peggiori schifezze, Giovanni Allevi si è costruito con il semplice passa parola un nutrito zoccolo duro di fans, che hanno ascoltato in religioso silenzio le sue leggerissime evoluzioni, per poi sbottare in ovazioni da stadio al termine di ogni brano. Emozione palpabile, faceva quasi condensa. In un luogo sacro uno si aspetterebbe un abbigliamento adatto alla bisogna, almeno una parvenza di giacca scura, ed invece eccolo lì, estraneo ad ogni convenzione, con le sue movenze autistiche, in scarpe da ginnastica, jeans e camiciona oversize. L'esordio: «Io sono di Ascoli Piceno. Duemila anni fa Ascoli ha dichiarato guerra a Roma e due giorni dopo è stata rasa al suolo. Io sono venuto qui duemila anni dopo a conquistare i vostri cuori». Un po' ruffiano, ma senza darlo a vedere. Perché sincero. E così è cominciata un'ora e mezza di pura poesia, che andrebbe descritta con altrettanta poesia, che però non è roba per i quotidiani. E allora la cronaca: Allevi presenta ogni brano, ne racconta l'origine e l'ispirazione, da «Panic» che «è stato partorito dentro un ambulanza», come i bambini impazienti, a «Downtown», «dedicato al luogo dove si svolgono le nostre vite da precari, gettati nell'esistenza, come dice Haidegger», all'«Orologio degli Dei» (cinque minuti di applausi), «dedicato a quel momento in cui il primo battito cardiaco segna il passaggio dall'eternità all'esistenza, che per me è opera divina», al «Bacio», «ispirato dal Bacio di Gustav Klimt», al «Viaggio In Aereo«, «una melodia che mi è venuta quando un pilota della Twa mi ha fatto prendere i comandi di un piccolo velivolo sui grattacieli di New York». Mancano solo le immagini, perché la musica di Allevi (come catalogarla? una sorta di piano-pop) è fortemente evocativa, è la colonna sonora ideale di migliaia di film, uno per ogni ascoltatore. A parte la delizia per i timpani, la sua grande forza è la capacità di trasmettere emozioni primarie, senza sovrastrutture, come quelle dei bambini.

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