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Verdone dedica alle donne la sua commedia

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Il regista dirige il festival di Siena e rende omaggio alle attrici italiane

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La rassegna presenterà il concorso internazionale «Dieci piccole commedie», con anteprime italiane selezionate da Verdone e da Giovanni Bogani; la retrospettiva (curata da Mario Sesti e Marco Spagnoli) «La commedia delle donne (1968 - 1988)»; un convegno (dedicato al tema del festival) e lezioni di cinema presso l'Università di Siena con Aurelio De Laurentiis, Antonello Venditti, Silvio Orlando — che riceverà anche il premio come migliore attore — e Carlo Verdone. Tra gli ospiti pure Barbora Bovulova (premio migliore attrice), Edwige Fenech (premio alla carriera), Riccardo Scamarcio, Valeria Solarino e Margherita Buy. Mentre a Mario Monicelli è dedicato l'omaggio con la versione restaurata de «L'armata Brancaleone». In chiusura, sono infine attese due anteprime: «La mia super ex ragazza» di Ivan Reitman, con Uma Thurman, da novembre nelle sale, e «Don Chisciotte» di Mimmo Paladino, con Lucio Dalla, Peppe Servillo, Alessandro Bergonzoni e Remo Girone. Ma perché il filo conduttore del festival è dedicato alle donne? «Il filmato di Sesti è emblematico — ha spiegato Verdone che domani a Chianciano riceverà il premio dei Diamanti al Cinema —. Con le testimonianze di tre generazioni di attrici italiane, da Marisa Merlini a Elisabetta Rocchetti passando per Eleonora Giorgi e tante altre. Abbiamo scelto quel ventennio perchè, grazie all'influenza del femminismo, in quegli anni si ridisegna la psicologia dei ruoli femminili. La donna diventa co-protagonista e non è più apprezzata solo per i suoi attributi estetici. È il caso della Sandrelli, della Vitti, di Melato e Muti. Così si arriva fino a oggi, con il pianeta femminile altrettanto confuso di quello maschile. All'epoca, sebbene la protagonista interpretasse la "bona" di turno, era pur sempre superiore al branco di uomini scemotti che le giravano intorno. Le donne sono protagoniste anche nei 10 film, tutte anteprime italiane, del concorso internazionale. Tra le pellicole in gara ci sono «Side effects» (Effetti collaterali) di Kathleen Slattery, «3 needles» di Fitzgerald con Chloe Sevigny e «A soap» di Christensen, storia d'amore fra un transessuale e la padrona di una clinica di bellezza, che ha vinto a Berlino il premio della Giuria». Qual è il suo ideale di donna? «Molto femminile, capace di manifestare le sue fragilità, ma all'occorrenza deve essere anche saggia. Un doppio ruolo non facile da sostenere. E cosa invece non le piace delle donne? «Fuggo dalle donne robot che amano il controllo e poi mi fanno paura quelle che ancora "ci cascano"...O quelle che fanno il brutto gioco come quello della Roma contro l'Inter». Da pochi giorni ha finito le riprese di «Manuale d'amore 2» di Giovanni Veronesi: le è piaciuto interpretare il personaggio del cinquantenne che perde la testa per una ventottenne? «Il mio personaggio, Ernesto, è molto diverso rispetto a quello del primo "Manuale d'amore", dove vestivo i panni del borghese. Stavolta sono un proletario della Garbatella, maitre in un ristorante, che con una bellissima ragazza passa una settimana incredibile ma anche tremenda. I cinquantenni si sa sono facili prede di queste tentazioni. Con me c'è la spagnola Elsa Pataky, ora a Hollywood per il film d'azione "Snakes in a plane". È una ragazza fantastica e una bravissima attrice. Non so se sarò anche nel prossimo "Manuale": dipende da Veronesi». Quali sono i suoi prossimi progetti? «Sto preparando un nuovo film corale, che dirigerò e interpreterò. La storia la scriverò con Pasquale Plastino e un altro sceneggiatore». E in tv le piacerebbe lavorare? «No. Assolutamente».

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