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Rinasce il Consiglio dei Beni Culturali

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Prima di tutto il Consiglio superiore dei Beni culturali, ricostituito con un decreto approvato dal consiglio dei Ministri ai primi di agosto. Prima che il Consiglio (presieduto da Salvatore Settis) entri in vigore, sarà necessaria una procedura che impiegherà circa due mesi per l'attuazione del decreto. Si tratterà di un organismo molto snellito rispetto al precedente, con i comitati tecnico-scientifici ridotti a 6. Il ministro ha poi insediato la Commissione per i prestiti e l'esibizione delle opere d'arte, nata sull'onda delle polemiche per il "Cristo Morto" di Mantegna, richiesto alla Pinacoteca di Brera per le 3 mostre celebrative del maestro rinascimentale. «È un dibattito infinito - ha proseguito - solo nei primi sette mesi del 2006 il Polo museale napoletano ha prestato 218 opere, 67 in Italia e 151 all'estero. I prestiti del Polo museale fiorentino sono stati invece 261, 196 in Italia e 65 all'estero. Brera ne ha prestate 21 di cui 19 in Italia». E il Polo museale romano, ha aggiunto il siprintendente Claudio Strinati, nel 2005 ha concesso in prestito 252 opere, mentre nel 2006 è a quota 70. Le nostre opere, ha commentato Rutelli, sono richieste ovunque e i criteri di cui tenere conto sono numerosissimi, per questo «è bene che siano affrontati in modo serio e stabile, per contenere le legittime polemiche». «Quindi ho definito una commissione, composta da sette personalità di alta qualificazione e guidata da Andrea Emiliani, che realizzi in 40 giorni, dal primo settembre, delle linee guida, che saranno poi trasmesse a me e quindi al Consiglio superiore dei Beni Culturali». Tra gli altri appuntamenti dell'autunno, Rutelli ne ha illustrati altri due. Il primo riguarderà la realtà degli archivi, in cui lavorano 3.165 persone, sotto organico di 400 unità anche per il mancato ricambio dei funzionari e tecnici. Infine, a novembre partirà la Conferenza Nazionale del Teatro, altro settore, ha detto Rutelli, piuttosto trascurato. L'evento sarà suddiviso «in due atti», il primo a novembre, a Roma, al Teatro Valle, il secondo in primavera a Milano. Questo per un primo momento «di dialogo con chi crea il teatro italiano» per mettere le problematiche sul tavolo.

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