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«Processo» al compositore

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Livorno assolve Mascagni fascista

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Una piece teatrale dal titolo «Il processo impossibile», per analizzare la vita di Mascagni, amato dai livornesi per la sua musica, ma controverso per i legami col fascismo, realizzata da un gruppo di attori livornesi, in collaborazione con l' associazione Amici della musica (che custodisce il patrimonio artistico di Mascagni). «Alla fine però ha prevalso il riconoscimento dell' arte - ha spiegato Fulvio Venturi, direttore artistico della Caprillina - e il pubblico ha convintamente votato per l'assoluzione di Mascagni. Dell'artista. Come è giusto che sia, perchè l'arte non si condanna. Solo il nazismo ha messo i ceppi alla musica e bruciato l'opera di molti musicisti ebrei». Mascagni era finito sotto processo Mascagni per i suoi rapporti con il fascismo, ma il pubblico livornese ha guardato più all'aspetto musicale che a quello privato di aderente al regime di Mussolini, anche se in molti dicono che quella di Mascagni fu un'adesione solo di facciata. «Il musicista livornese - ha sottolineato Venturi - è e resta un personaggio assai controverso, così come però resta intatta la sua grandezza artistica testimoniata dai suoi legami con tutti i grandi del Novecento e non solo nella musica. Insomma, il nostro spettacolo ha cercato di mette a fuoco l'artista e anche l' uomo, raccontando la sua vita al vertice della cultura italiana di inizio secolo, la sua appartenenza politica, ma soprattutto le sue qualità. E uno che ha scritto Cavalleria rusticana non può certo essere condannato». Il «Processo impossibile» a Mascagni è il secondo di una "trilogia", iniziata l'estate scorsa con il processo a Galeazzo Ciano, ministro degli Esteri del regime fascista e genero di Mussolini, e che si concluderà l'anno prossimo quando, davanti al «tribunale» teatrale, sarà chiamato Federico Caprilli, ufficiale di cavalleria livornese e al quale è intitolato l'ippodromo cittadino, ma cresciuto a Roma e anche lui personaggio controverso.

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