Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Feriti e sconfitti gli eroi amari di Romersa

default_image

  • a
  • a
  • a

Con «Uomini della seconda Guerra mondiale» (Mursia, 245 pagine, 15 euro) Romersa, che visse da giovane giornalista i giorni del conflitto, porta sotto lo sguardo del lettore la guerra vissuta in prima linea. I soldati hanno la certezza, più che il timore, di finire i propri giorni da un momento all'altro, in modo atroce, tra indicibili sofferenze o, magari, in una istantanea nuvola di fuoco e fumo. E proprio questa incertezza dell'esistenza porta gli «eroi» di Romersa, che sono personaggi veri, storici e conosciuti direttamente, ad ammantarsi con una coltre di ironia, che appare l'unico vero antidoto al gelo della paura. Come quell'Elia Rossi Passavanti, giovanotto di Terni che morì due volte. Passavanti iniziò la sua carriera «da eroe» durante la prima Guerra mondiale. Ferito in modo gravissimo al volto venne dato per morto e, già posto nella fossa che doveva accogliere le sue spoglie mortali, trovò la forza di allungare il braccio e afferrare un piede al prete che stava celebrando il suo funerale, a poca distanza dal fronte. Su Passavanti i chirurghi lavorarono per un'intera giornata togliendogli di dosso, la storia l'apprendiamo dalla viva voce del protagonista, quattrocentonovantadue schegge e «rabberciandolo alla meglio». E questo fu solo l'inizio della «carriera», perché poi Elia tornò in prima linea. E si sarebbe fatto pure la seconda Guerra Mondiale. Sono senza retorica gli «eroi» ricordati da Romersa. Combattenti abili e risoluti, che guardano alla morte come a uno spiacevole inconveniente della loro attività, niente di più, e che a noi, che viviamo nell'Italia dell'abbondanza e dei telefonini non potranno che apparire un po' matti. L'autore parla soprattutto di italiani, che ha conosciuto meglio, ma nel suo libro ci sono anche tedeschi e inglesi. Quello di Romersa è un libro di memorie e di storia, che fa vedere il viso dei protagonisti e poi alza lo sguardo sul senso e le strategie del campo di battaglia. Così apprendiamo che la «Battaglia d'Inghilterra», il sanguinosissimo confronto tra Germania e Gran Bretagna per il dominio dei cieli fu «inutile, un sacrificio eroico senza significato. Noi e gli inglesi abbiamo perso il meglio dei nostri uomini»: questo il parere di Erhard Milch, maresciallo dell'aria, uno dei principali generali del führer. Dopo «Le armi segrete di Hitler», «I segreti della seconda Guerra mondiale» e «I segreti della guerra d'Africa» (tutti pubblicati da Mursia) Romersa con questo «Uomini della seconda Guerra mondiale» chiude un capitolo del suo impegno letterario. Ed è già al lavoro su una biografia di Wernher von Braun.

Dai blog