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Giornate degli Autori

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Venezia punta sui giovani europei

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Una rassegna che mostra un filo rosso, «quello della perdita d'identità personale e collettiva e il tema della migrazione», ha sottolineato Fabio Ferzetti che guiderà le Giornate degli Autori, come delegato generale, a fianco del presidente Roberto Barzanti e dei vice presidenti, Emidio Greco e Francesco Maselli. Tra i film selezionati, sono in gara otto anteprime mondiali, sei esordi alla regia e due opere seconde, che coinvolgono produzioni italiane, francesi, spagnole, danesi, svedesi, canadesi, fino a quelle del Marocco, Burkina Faso, Afghanistan, Canada, Argentina e Perù. Particolarmente interessante il primo lavoro di finzione, «Khadak», di Peter Bronsens e Jessica Woodworth, storia di Bagi, ragazzino che vive nelle steppe mongole ed è votato a diventare un grande sciamano. Mentre promette di cambiare del tutto l'immagine del cinema maghrebino «WWW, What a Wonderful World», sorprendente black comedy di Faouzi Bensaidi. Nelle Giornate (promosse da ANAC e API, in accordo con Biennale di Venezia, con il supporto di Bnl, Gioco del Lotto-Lottomatica, Ministero per i Beni culturali, Siae, Sub-Ti e RaiSat) sono previsti anche incontri e seminari, come quello del 1 settembre sulla nuova legge sul cinema. Verrà presentata al Lido anche una iniziativa dedicata ai grandi classici del cinema italiano dal titolo provvisorio «100 film per la Storia d'Italia»: una selezione dei 100 lavori delle cinematografia italiana più rappresentativi ed emblematici della nostra storia, «non dal punto di vista dei cinefili, ma sulla reale memoria collettiva degli italiani», ha spiegato Ferzetti. Unico film italiano presente è l'opera seconda di Marina Spada, «Come l'ombra» che racconta mille storie di sfruttamento, solitudine e migrazione in una Milano estiva e spopolata. Si tratta di un film digitale, a bassissimo costo, proprio come un altro film, l'unico italiano presente alla Settimana della Critica, ma non in competizione. Quest'ultima pellicola, intitolata «La reducazione» e costata appena 500 euro, è firmata da quattro giovani autori, Davide Alfonsi, Alessandro Fusto, Daniele Guerrini e Denis Malagnino. È un singolare esempio di cinema «fai-da-te», riuscito ad approdare alla Mostra del Cinema come evento speciale della Settimana Internazionale della Critica (Sic), raccontando la difficile realtà dei ragazzi che vivono in una frazione di Guidonia, vicino Roma. Sono in tutto sette le opere in gara, selezionate dalla Sic: «El Amarillo» dell'argentino Sergio Mazza, «Egyetleneim» dell'ungherese Gyula Nemes, «A guide to recognizing your saints» dell'americano Dito Montiel, «Hyena» del polacco Lewandowski, «Le pressentiment» del francese Darroussin, «Sur la trace d'Igor Rizzi» del canadese Mitrani e «Do over» del taiwanese Yu-Chieh Cheng. Alla vigilia della conferenza ufficiale della Mostra del Cinema di Venezia (attesa domani a Roma), partono intanto le prime smentite sui possibili film in concorso. Con una nota congiunta, Medusa Film e Pupi Avati hanno infatti smentito le indiscrezioni che davano per certo «La cena per farli conoscere» al festival lagunare: film che non è mai stato proposto né a Venezia né alla Festa di Roma.

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