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Era straordinaria, temevo di non farcela Mi ha incoraggiato il fratello dell'artista

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Questa volta su Canale 5 come protagonista della miniserie in due puntate «Dalidà», in onda in prima serata, domenica 28 e lunedì 29 maggio. Accanto a lei nel ruolo di Luigi Tenco morto suicida al festival di Sanremo del 1967, c'è Alessandro Gassman. Nel cast anche Christopher Lambert. Per adesso dovrebbe trattarsi dell'ultima fiction della Ferilli per la quale sembra non ci siano progetti immediati né da parte di viale Mazzini né da Mediaset. La fiction «Dalidà» è già andata in onda in Francia, lo scorso anno, con un buon successo di pubblico e di critica. È stato facile convincere i francesi per i quali la «straniera» Ferilli era egregiamente doppiata da una voce molto simile a quella di Dalidà, elemento emozionale di primaria importanza, mancante nella versione italiana. Sarà, invece, molto più arduo convincere il pubblico italiano al quale il volto dell'attrice è fin troppo noto, essendo stata la Ferilli, fino ad ora, una delle interpreti più richieste sul piccolo schermo Rai e Mediaset. L'ultima sua prova, infatti, risale a due sole settimane fa, quando è stata protagonista su Raiuno, della miniserie «La provinciale» tratta dall'omonimo racconto di Moravia. Questa volta, la Ferilli ostenta un grande orgoglio nel sottolineare la soddisfazione di essere riuscita, lei un'italiana, a convincere Orlando Gigliotti, il fratello di Dalidà, ad affidarle il compito di far rivivere il mito della sorella, una vera icona per i francesi, morta suicida a Parigi il 3 maggio del 1987. «Conoscendola meglio sono rimasta affascinata dalla statura umana e professionale di una donna tormentata, straordinariamente sensibile che, nel corso di trent'anni ha inciso centoventi milioni di dischi, cantando in sette lingue. Devo confessare che inizialmente nutrivo anch'io perplessità sulla perfetta riuscita della mia interpretazione, superate grazie alla fiducia accordatami dal fratello di Dalidà, che ha voluto conoscermi ed alla conclusione di un lungo incontro mi ha accordato la sua fiducia, dicendomi che avevo la medesima gestualità della sorella e pregandomi di non tagliare i capelli perché erano molto simili a quelli di Dalidà. Non solo, ma dopo la messa in onda su France 2 della fiction mi ha gratificata dicendomi che della sorella ero riuscita a cogliere l'essenziale, l'anima», ha più volte detto la Ferilli. La fiction ripercorre la breve vita della cantante morta a soli 54 anni, il cui vero nome era Jolanda Gigliotti. Era figlia di due emigranti calabresi approdati in Egitto. Giovanissima Jolanda si reca a Parigi con la speranza di sfondare come cantante. La sua grande bellezza e la voce ne fanno presto una star internazionale. Ma ai successi professionali non si coniuga un'analoga serenità personale. La cantante sarà provata dal suicidio dei tre uomini più importanti della sua vita, in particolare dalla morte di Luigi Tenco con cui aveva instaurato un sodalizio artistico e sentimentale. «Dalidà» ha detto la Ferilli, «era una donna coraggiosa e disinibita, anche anticonformista, nella quale sono riuscita a trovare a alcuni lati analoghi alla mia personalità». Aveva tentato altre due volte di togliersi la vita. Ci riuscirà nella notte tra il 2 ed il 3 maggio del 1987. Dopo aver mandato via anticipatamente la governante nella casa di Montmartre a Parigi, inizia un vero e proprio rituale funereo ripercorso fedelmente nella fiction: indossa un pigiama di seta, si pettina con cura, ingoia un cocktail micidiale di whisky e 120 pasticche di barbiturici. Su un biglietto, lasciato sul comodino, aveva scritto: «La vita mi è insopportabile. Perdonatemi». Infine spegne la luce, fatto insolito per lei che aveva paura del buio. «Questo ruolo rappresenta per me una vera e propria sfida. Per entrare nella parte ho studiato per un anno documentari ed immagini di Dalidà, la cui esistenza, come pochi sanno, era stata segnata dalla tragedia di essere venuta al mondo quasi cieca. Questa sfida l'ho già vinta in Francia, dove la miniserie televisiva ha fatto il pieno di ascolti» ha detto la Ferilli. Le ripre

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