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Tiziano maestro del ritratto di corte

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Sontuosa esposizione a Capodimonte. E Raffaello torna in Umbria

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Ne dà conferma la pregevole mostra da poco inauguratasi nel Museo di Capodimonte, a Napoli, intitolata "Tiziano e il ritratto di corte da Raffaello ai Carracci" e aperta fino al 4 giugno. Il nucleo principale consiste nel gruppo di ritratti realizzati dal geniale artista veneto per la famiglia di Paolo III Farnese: mirabile quello che ritrae il Papa con i nipoti Alessandro e Ottavio, dipinto nel 1545. Esposte trenta opere di Tiziano oltre a novanta ritratti di grandi artisti suoi contemporanei, fra cui Raffaello (con la "Fornarina"), Giorgione ("Doppio ritratto"), Pontormo, Tintoretto, i Carracci. Dopo quasi 250 anni torna in Italia, sia pure per due mesi, un capolavoro di Raffaello, la "Predica di San Giovanni Battista", custodito nella National Gallery di Londra. È questo l'evento principale della mostra "Gli esordi di Raffaello tra Urbino, Città di Castello e Perugia", fino all'11 giugno nella Pinacoteca Comunale di Città di Castello. L'intento è di documentare l'importanza per la sua formazione pittorica del breve periodo trascorso da Raffaello a Città di Castello. Esposti anche il "Gonfalone della Santissima Trinità", da poco restaurato, la "Santa Caterina d'Alessandria" della Galleria nazionale di Urbino e gli "Studi per il Padre Eterno", provenienti dal British Museum. Iniziativa culturale felice e produttiva è quella di "Restituzioni", con cui prima la Banca Cattolica del Veneto e poi Banca Intesa hanno di volta in volta restaurato opere importanti e trascurate, le hanno esposte al pubblico per poi riconsegnarle ai legittimi proprietari. Ora è la volta di "Restituzioni 2006. Tesori d'arte restaurati", mostra presentata fino all'11 giugno a Vicenza, nelle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari. Molti sono i capolavori esposti e compresi fra il II secolo a.C. e il XVI. Fra i tanti, si segnalano le opere di Vittore Carpaccio, Gentile e Giovanni Bellini, Tiziano e Tintoretto. Pochi sanno che il Musèe d'Art Moderne di Saint-Etienne è il secondo grande museo d'arte contemporanea di Francia. Adesso un'occasione per ammirare alcuni suoi capolavori è offerta dalla mostra allestita fino al 16 luglio nella Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma) e intitolata "Da Monet a Boltanski". È proposto un coinvolgente e sintetico itinerario lungo il '900, partendo da un'opera emblematica di Monet, "Nymphèas" del 1907, per proseguire con Léger, Picabia, Schwitters, Masson, Tanguy, Dubuffet, Hartung, con la Pop Art di Warhol e Lichtenstein, la ricerca mistica e anticonformista di Yves Klein, fino ad artisti contemporanei come Boltanski, Frize e Lavier. Lo svizzero Max Bill (1908-1994), pittore, architetto e designer, è stato uno dei più rigorosi e coerenti eredi della tradizione del Bauhaus, da lui frequentato fra il 1927 e il 1929 con maestri del calibro di Klee, Kandinsky e Albers. Degna di nota è quindi la grande mostra che gli dedica fino al 25 giugno Milano, nella sale di Palazzo Reale. Sono esposte 250 opere che rivelano la sua aspirazione di essere un "creatore universale" e di intervenire in ogni aspetto della vita umana, dalla progettazione di un oggetto d'uso quotidiano a quella di un intero quartiere. Il suo astrattismo pittorico e scultoreo si configura come la concreta e pura "espressione della misura e della legge armonica". Emozionante e colma di spiritualità è la bellissima opera scultorea di Roberto Almagno che occupa con leggerezza una grande sala di Palazzo Venezia, a Roma. Si intitola "Sciamare" ed è costituita dalle lievi traiettorie disegnate nello spazio da esili legni che si intrecciano attraverso misteriosi equilibri. Ne emerge un'evocazione in crescendo del cammino umano sospeso tra vita e morte, teso verso una meta trascendente e in continuo divenire.

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