Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Ora il jazz discrimina i neri

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Per quanto riguarda gli spettacoli invece, gli orari sono assolutamente rigorosi. La New York notturna dei teatri, dei club di jazz o dove si suona la musica nera di oggi, inizia verso le otto di sera e termina poco dopo mezzanotte. Limitandoci ai club di jazz,che in tutta Manhattan non sono più di una decina, il primo set ha inizio alle 20, il secondo alle 22.30 dopo di che il locale chiude invariabilmente i battenti. Finiti da tempo quei posti dove le jam session iniziavano a tarda notte per finire alle prime luci dell'alba. Oggi il jazz e la vita dei musicisti sono profondamente mutati. I grandi sono sempre in tour, in Europa, ma anche in America o in Giappone. A New York si possono ascoltare alla Carnegie o alla Town Hall e negli altri teatri della città a prezzi proibitivi. Una poltrona per il concerto di Cassandra Wilson costa centotrenta dollari. Se si vuole assistere all'esibizione di Norah Jones, che ha fatto guadagnare alla casa discografica Blue Note cifre da capogiro, con gli oltre dieci milioni di dischi venduti, bisogna sborsarne almeno centocinquanta. Anche la brava, e assai bella, Dianne Reeves, che si è vista attribuire un Grammy Award è di scena in questi giorni alla Carnegie Hall. Al Lincoln Center, tempio di Wynton Marsalis, abbiamo avuto modo di assistere ad un concerto della violinista Regina Carter, ma Regina è quasi di casa in Italia. A Genova, tempo fa, le avevano concesso l'onore di suonare il violino che appartenne a Niccolò Paganini. Che invece, non è mai stato posto nelle più capaci mani di due grandi come Joe Venuti e Stephane Grappelli che ne avrebbero avuto maggior diritto. È noto però che gli appassionati di jazz irriducibili, amano frequentare più i locali che non i teatri. Ed eccoci dunque a macinare chilometri per le strade di Manhattan, alla scoperta dei jazz club newyorkesi e soprattutto di ciò che offrono. Il Birdland, che da circa dieci anni si trova sulla 44 West, è stato in questi giorni, come abbiamo già riferito, monopolizzato dai musicisti italiani che hanno registrato il tutto esaurito. La settimana prossima tornerà alla normale programmazione con il gruppo di Lou Donaldson, un sassofonista che ama suonare e cantare il blues. Al Village Vanguard le vedette saranno i batteristi Paul Motian, che ha suonato in trio con Enrico Pieranunzi e Billy Hart, musicisti che vediamo spesso in cartellone nei nostri festival e concerti. Il Blue Note alterna musicisti sconosciuti, con qualche star, Chick Corea ad esempio o Michel Camilo, ma per assistere alle loro esibizioni non bastano, fra ingresso e consumazione, dagli ottanta ai cento dollari. Perciò il pubblico è di livello medio alto e soprattutto si vede poca gente di colore. E pochi giovani. La politica dei prezzi ha praticamente discriminato settori importanti per il jazz. Esistono però club minori come lo Smoke fra Broadway e la 105 strada, oppure lo Sweet Rhythm, nuovo nome del vecchio Sweet Basil al Village e ancora il Jazz Gallery Downtown a Houston Street ed altri, che praticano prezzi molto più contenuti e che offrono spazio a giovani musicisti sul cui valore in alcuni casi è bene stendere un velo pietoso. Vogliamo però segnalare due giovani chitarriste, Sherryl Bailey e Amanda Monaco, hanno qualità non indifferenti e ci auguriamo di vederle presto in Italia. Qual è dunque la situazione del jazz oggi a New York e di conseguenza negli Stati Uniti? Purtroppo mentre scriviamo queste note è giunta la notizia che se ne è andato per sempre un altro grande del jazz, il sassofonista Jackie McLean, l'ultimo emulo di Charlie Parker. Oggi il jazz, sembra non essere più musica eminentemente americana e neppure fondamentalmente nera, come lo era fino a qualche tempo fa. I giovani neri amano il rap e le altre che da questa derivano. I bianc

Dai blog