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Addio allo storico Giorgio Rumi studioso della cultura cattolica e dell'Italia contemporanea

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FU ANCHE CONSIGLIERE RAI

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La notizia della scomparsa di Rumi, nato vicino Como nel 1938, si è appresa da familiari, che l'hanno mantenuta per due giorni in un stretto riserbo. I suoi funerali si sono svolti ieri in forma privata, come aveva chiesto, a Dongo (Como), comune di origine della famiglia, dove la salma è stata tumulata. Editorialista dell'"Osservatore Romano", collaboratore del "Corriere della sera" e del "Sole 24 ore", condirettore di "Liberal", è stato membro del Consiglio di amministrazione della Rai, fino al maggio dello scorso anno. Studioso di stampo cattolico, si è occupato di storia delle relazioni internazionali in età moderna e contemporanea, della realtà milanese e lombarda fra antico regime e società industriale, del cattolicesimo politico e sociale in Italia, con grande attenzione allo sviluppo della cultura religiosa e alla formazione della coscienza nazionale. Ha scritto, tra gli altri: "Gioberti" (1999) e "Don Carlo Gnocchi" (Mondadori 2002, con Edoardo Bressan). Studioso riservato, uomo mite e schietto, come consigliere d'amministrazione Rai si è trovato a vivere uno dei periodi più burrascosi della storia di Viale Mazzini. Quando fu nominato nel marzo del 2003, disse: «Sono contento, contento e anche un poco pensoso perchè so che i problemi sono grossi». Non aveva torto, lui che confessava di non essere un uomo di televisione, anche se aveva studiato «la stampa, specie quella del '900, e mi interessa - diceva - la comunicazione. La televisione poi mi piace, a differenza di molti miei amici e colleghi che la snobbano. Io credo che sia importantissima».

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