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Niccolò Fabi: «Fiero di suonare due volte a Roma, la mia città»

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DOPO L'ESORDIO DI MILANO

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La dichiarazione di Niccolò Fabi al termine di un'entusiasmante esecuzione di «Vento d'estate», oltre a firmare un armistizio fra due mentalità differenti («I milanesi sono più pragmatici e i romani più estrosi, ma fra noi non c'è più antagonismo, se non di facciata», ha poi spiegato l'artista capitolino), traccia un ideale ponte fra la performance meneghina di lunedì scorso e le due esibizioni nella capitale il 13 e 14 aprile al teatro Ambra Jovinelli. «Suonare nella mia città è un'emozione ineguagliabile: sono particolarmente felice e fiero, perché i biglietti del primo concerto sono esauriti da settimane e per la prima volta ho dovuto aggiungere una seconda data a Roma». In un caleidoscopio di luci e suoni eleganti e sinuosi, il trentasettenne cantautore romano festeggia dieci anni di una carriera partita nel '96 con il singolo «Dica» (unico hit escluso dallo show), esplosa l'anno seguente a Sanremo con il Premio della Critica per «Capelli» e proseguita con importanti gratificazioni professionali, fra cui l'esperienza del 2000 come supporter del tour italiano di Sting, che si è personalmente congratulato per il suo talento artistico. Le raffinate canzoni dell'ultimo album «Novo Mesto», fra cui il primo singolo «Costruire» già entrato sotto pelle ai fan, monopolizzano la prima parte del concerto: fra le poche concessioni alla nostalgia c'è un'elettro-acustica «Assenza di gioia», che da tempo Niccolò non cantava dal vivo. L'assolo di fisarmonica doppiato dalle percussioni di «Meraviglia», la travolgente versione elettro-pop della vecchia «Rosso» e il dialogo di stampo jazzistico fra tastiera e basso in «Oriente» (che uscirà il 7 aprile come secondo singolo) traghettano l'entusiasmo del pubblico verso i suoi classici concentrati nella seconda parte: «Se fossi Marco», «Capelli», una rilettura acustica (chitarra e voce) dell'antica «Ostinatamente» assieme alla contemporanea «La bellezza» e avanti in un crescendo di percussioni con «Il male minore», «È non è», «Offeso» (che termina con un invito a non disertare le urne: «Il 9 aprile ditelo forte se vi sentite offesi») fino a «Lasciarsi un giorno a Roma». A Roma potrebbe anche ritrovare alcuni colleghi con cui ha duettato: è azzardato sperare nella presenza di Max Gazzé per «Vento d'estate» o di Fiorella Mannoia per «Offeso»? «Io ho sempre molto pudore, forse troppo, a invitare i colleghi a cantare con me, ma certamente il palco è aperto a tutti i miei amici». Luc. Ben.

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