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Brava Gwyneth, figlia disperata di un padre famoso

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È LO SCONTRO di una giovane donna, Catherine, con la memoria di un padre, celebre matematico, da lei assistito fino alla fine quando lo aveva sopraffatto una demenza senile. Con il risultato, però, di portare avanti i suoi studi e di risultare lei il vero genio matematico della famiglia. Alla base, un testo teatrale molto apprezzato e premiato di David Auburn che l'ha riscritto poi per il cinema lasciando che, a dirigerlo, fosse John Madden il regista de «La mia regina», sulla vedovanza della Regina Vittoria, di «Shakespeare in Love» e del meno fortunato «Il mandolino del capitano Corelli». Si comincia con Catherine che compie ventisette anni. Con due problemi. Quello dell'improvviso arrivo di sua sorella Claire, che non vede da anni e che, morto il padre, pretende di venire a metterle ordine nella vita, suggerendo varie e non sempre molto logiche soluzioni. È quello, anche più fastidioso, di un allievo di suo padre, Hal, che sembra ricoprirla di molte attenzioni, anche sentimentali, mentre in realtà mira a impadronirsi di certi appunti lasciati dal padre con i quali spera di fare una brillante carriera nel settore. Mentre di sfondo, ma non in modo marginale, pesa ad ogni momento su Catherine il dilemma di aver forse ereditato la genialità del padre, ma anche i segnali di una possibile demenza che potrebbe menomarla a sua volta. Problemi e temi precisi che, prima di arrivare a quella conclusione a sorpresa, si lasciano dipanare in un fitto intreccio psicologico in cui la protagonista si dibatte dal principio alla fine rischiando, in molti momenti, di lasciarsene sommergere. I personaggi, disegnati con mano sicura da Auburn, sono evocati a tutto tondo, a cominciare, con pochi tratti, da quello del padre fugacemente ricordato ma sempre presente, spesso, appunto, per il timore della demenza, come un incubo. Con quell'allievo subdolo e arrivista, con quella sorella invadente e prepotente contro i quali Catherine combatte pensando a volte di dover combattere anche con se stessa e le ombre che la minacciano. Proposti dalla regia di Madden con accenti lineari e nitidi, pur non trascurando mai quei nodi che, tra ambiguità, interrogativi e sospetti, confluiranno poi nella inattesa rivelazione conclusiva. Dà vita ai tormenti di Catherine, Gwyneth Paltrow che, dopo la commedia in volo «Una hostess tra le nuvole» e la piccola fantascienza di «Sky Captain», mostra una decisione e una fermezza piegate anche ad espressioni sfumate. Il padre è il grande Anthony Hopkins, volutamente sempre sotto tono, l'arrivista è Jake Gyllenhaal, visto appena ieri in «Jarhead» e in «Brokeback Mountain».

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