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Mediterraneo, mille anni di storia a portata di click

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Nasce in terra di Sicilia, per secoli e tradizione crocevia di lingue e civiltà, il progetto di un Archivio Storico Multimediale da condividere con i paesi che affacciano sul Mediterraneo. E il primo clic in rete, assicurano dal ministero dei Beni culturali, sarà possibile già entro il 2007. Un progetto ambizioso che comincia a vedere la luce dopo oltre due anni di gestazione, ha spiegato ieri a Roma presentando l'iniziativa il sottosegretario ai Beni culturali Bono. E che già coinvolge, almeno con dichiarazioni di disponibilità, 23 diversi paesi, da Israele all'Egitto, dalla Grecia alla Turchia, Libano, Marocco, Algeria, solo per citarne alcuni. L'Italia, intanto, è già pronta a partire: con l'apertura della centrale di organizzazione e coordinamento, innanzitutto, che sarà a Catania, nella sede dell'archivio storico, dove è nata l'idea per iniziativa del direttore Aldo Sparti e del vice direttore vicario Cristina Grasso. Pronti anche i soldi, 7 milioni di euro finanziati dal Cipe per la prima fase. Mentre della realizzazione pratica del progetto si occuperà una azienda informatica specializzata nella gestione dei Beni Culturali, la Engineering Ingegneria Informatica, vincitrice della gara d'appalto. L'impresa, certo, non è da poco. Solo pensando all'Italia, fa i conti il direttore Sparti, i documenti conservati dagli archivi storici saranno qualche milione. Il primo passo sarà quindi quello di mettere on line il Medioevo, 220 mila immagini ad alta risoluzione, oltre a 60 mila schede per documentare gli anni che vanno dal Mille fino alla scoperta dell'America. Gli esperti di Engineering, supportati dagli studiosi degli archivi e con l'aiuto probabilmente di giovani ricercatori, lavoreranno per schedare, trascrivere, sintetizzare e digitalizzare i documenti fino al 1492 e le collezioni cartografiche fino al 1700. Quando sarà completato, assicura Sparti, l'Archivio multimediale sarà «il più sofisticato strumento di ricerca al servizio degli studi storici». Le intenzioni vanno oltre: «speriamo di contribuire ad allentare un pò le tensioni che oggi affannano il Mediterraneo, favorire il dialogo per contribuire a costruire la pace», sottolinea.

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