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IL GRAFFIO

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Viva i reality show Tornerò sull'Isola edizione spagnola

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Io mi sono divertito (piaciuto il coro su "Nostalgia canaglia"?), ma non voglio affatto passare come il killer di Sanremo, neppure in modo involontario. Però il reality show mi intriga, anche se bisogna scegliere quello giusto. Ho sempre detto no a "Music Farm", la mia presenza lì non mi convince. Ma l'Isola dei Famosi, quella sì, è una mia passionaccia. E allora vi rivelo un segreto: mi sono quasi convinto a partecipare anche all'edizione spagnola dell'Isola. Mi rivogliono a Samanà, e allora ci andrò. Me gusta mucho, anche perché dopo tanti anni di tournée nei Paesi latini non ho problemi di lingua. Un solo cruccio: una volta sulla spiaggia non troverò il Tapiro che mi era stato recapitato sin lì da quelli di Striscia. È mio, lo rivoglio! Medito un'azione giudiziaria contro Capitan Ventosa che lo ha disseppellito e se l'è portato via... Tornando al Festival, ogni giorno che passa mi convinco sempre di più che le edizioni di una volta erano più...riuscite. E non lo dico solo riascoltando le canzoni che fanno parte del cd "Il mio Sanremo", in uscita in questi giorni (d'accordo, mi faccio pubblicità, anzi mi adeguo all'affollamento degli spot), ma anche ripensando ai capolavori altrui che mi sarebbe piaciuto interpretare, lì in gara. Per esempio, ho sempre sentito molto nelle mie corde "Perdere l'amore" di Massimo Ranieri. Quando la cantai, in veste di ospite d'onore, provai un brivido assoluto. Per non dire di "Piove". In quel mio anno d'oro del 1967 Mimmo Modugno mi invitò a casa sua, a Roma. Mi disse: "Al Bà, tu vali cento milioni". A me, che avevo un contratto da 60mila lire, sembrava una burla, ma aveva ragione lui. Quanti consigli! "Al Bà, hai una voce da usignolo, affronta senza paure le melodie più ampie". Una volta mi esibii a New York, lui era lì per "Rinaldo in campo". Che emozione quando me lo trovai davanti. Peccato non aver mai pubblicato un duetto con Mimmo: però era il mio caposquadra a "Canzonissima", e vincemmo contro il team di Claudio Villa. Un altro mio rimpianto è di non aver mai cantato con Mina. Quando conduceva lo show della Lotteria tutti erano invidiosi di lei, io lo trovavo ingiusto, le mandai delle rose. Ora che si è sposata, le faccio tanti auguri. Meglio tardi che mai. Ha dimostrato che il matrimonio è un vero approdo d'amore. Ma deve essere un percorso naturale. Forse un giorno ricapiterà anche a me.

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