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Patti Smith rievoca le melodie dell'amico Faber

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Ieri, Fabrizio De André avrebbe compiuto 66 anni e la Premiata Forneria Marconi ha voluto festeggiare il vecchio amico con due concerti dedicati alla sue indimenticabili composizioni. Così, per due sere, ieri e venerdì, sul palco del Teatro Nazionale di Milano, il rock progressivo della PFM si è fuso con le ballate e la poesia del grande maestro genovese, scomparso nel gennaio di 7 anni fa. Davanti all'entusiasmo di circa 2500 spettatori di ogni età, con in prima fila Dori Grezzi, Cristiano De André e Fernanda Pivano, gli eterni ragazzi Franz Di Cioccio, Giorgio Piazza, Franco Mussida e Flavio Premoli hanno ricordato il loro incontro con Fabrizio, quando loro erano ancora «I Quelli» e lui era già un mito vivente e, poi, nel '79 quando furono assieme in un tour e nel relativo album dal vivo. «Lo incontrammo al tempo de "La buona novella" - ha spiegato Franz Di Cioccio, mentre su un grande schermo le bellissime foto di Guido Harari riannodavano i fili della memoria regalandoci immagini d'epoca di Fabrizio con l'eterna sigaretta fra le labbra, ora sorridente e allegro, ora sorridente e tormentato - Fabrizio incarnava ciò che di poetico ognuno di noi si portava dentro. Le sue storie erano frustate ai benpensanti, erano la lente per guardare in fondo alle nostre coscienze, erano lo specchio dove venivano riflessi anche i destini degli ultimi e degli emarginati. Fabrizio era capace di rimodellare la realtà sofferente e farla diventare poesia. Come musicista ha sempre cercato una sponda collaborativa insieme ai suoi compagni di viaggio, con l'idea di non essere schiavo di mode e modi, ma seguendo un percorso più vicino ai canoni dell'avventura e della curiosità». Vittorio De Scalzi, Morgan, Dolcenera, Cristina Donà, gli archi del Gnu Zelig Group, le voci sarde delle tre fascinose Balentes, il giovane Niella vincitore del Premio De André, venerdì sera, assieme alla PFM, hanno emozionato il pubblico toccando alcuni celebri punti del percorso poetico di Fabrizio. Mentre ieri, con Di Cioccio e compagni, a rendere omaggio a De André c'era la voce americana della poetessa del rock, Patti Smith, che ha cantato in inglese alcuni brani del cantautore di Pegli, fra i quali il lirico «Amore che vieni amore che vai», per la gioia dei presenti che l'hanno a lungo applaudita. Fra tante, eccellenti, rievocazioni del repertorio di De André, segnaliamo il violino di Lucio Fabbri e la sua straziante scansione de «La guerra di Piero», la struggente interpretazione di «Canzone dell'amore perduto» da parte dell'artista dal nome deandriano Dolcenera, la carnale ballata che attacca con «Sono la pecora, sono la vacca» proposta come gioioso rituale magico da Cristina Donà e dalle Balentes, e Morgan che ci ha restituito alcuni timbri dell'inimitabile voce di Fabrizio con il pezzo sul nano dal suo rifacimento dell'album «Non al denaro né all'amore né al cielo».

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