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«Ecco come morì Pier Paolo Pasolini»

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Nel video girato da Sergio Citti nuove rivelazioni sulla morte

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Il corto presentato ieri alla Casa del cinema di Roma, uscirà nelle sale venerdì e sarà proiettato prima di un altro film di Sergio Citti, «I magi randagi», prodotto da Francesco Torelli ed entrambi distribuiti da Trincea. Nel video, intitolato «Disperatamente vitale» e diretto da Paolo Brunatto, che parteciperà al festival di Berlino con il lungometraggio «Ritratto di Sergio Citti», vengono ripresi con precisione i luoghi dell'Idroscalo di Ostia dove è stato ucciso il poeta, nella notte fra l'1 e il 2 novembre 1975. Il filmato mostra una rete divelta con segni di colluttazione, macchie di sangue di Pasolini, una enorme su un tronco, e in una vasta area, «cosa che dimostrerebbe come il delitto - ha spiegato il produttore Torelli al quale il film fu affidato dalle mani di Citti - sia avvenuto in una vasta zona, per mano di più persone e non in un ristretto spazio di una decina di metri. Il medico legale dell'epoca trovò più di cento bastoni macchiati dal sangue di Pasolini. Dopo le dichiarazioni del maggio scorso di Pino Pelosi su Raitre, che si dichiarò innocente anche se per paura che facessero del male alla propria famiglia non parlò mai prima e fu condannato a 9 anni, Citti si convinse a divulgare quel video per far luce sulla morte di Pasolini. Dopo la sua scomparsa, avvenuta lo scorso 11 ottobre, ho seguito le sue volontà. Citti non ha mai creduto che Pelosi fosse l'unico responsabile di quell'atroce assassinio e spesso ricordava che Pasolini era un uomo scomodo perché aveva scritto «Lettere Luterane», «Processo alla DC» e altri scritti politici». Nella conferenza stampa, oltre a Torelli e a Brunatto, erano presenti Franco Citti, l'aiuto regista Giancarlo Scarchilli, lo sceneggiatore David Grieco e Ninetto Davoli. Presentato nel 1996 ai festival di Venezia, di Berlino e al MoMa di New York, «I magi randagi» è considerato il più bel film di Sergio Citti, che si è ispirato al pasoliniano «L'avventura del Re Magio randagio» e non a «Pornotheokolossal», che «solo Pier Paolo avrebbe potuto fare — ha ricordato Davoli che interpreta il film con Silvio Orlando, Patrick Bauchau, Rolf Zacher, Franco Citti e Laura Betti, con le musiche di Ennio Morricone e i costumi di Danilo Donati —. Pasolini ha anticipato tutto ciò che è successo: già quarant'anni fa, aveva previsto che la gente avrebbe perso la propria genuinità, che i rapporti sarebbero stati rovinati dal consumismo e che la mancanza delle ideologie avrebbe appiattito la società. Mi ricordo che già negli Anni Sessanta, Pasolini mi diceva che voleva emigrare in Marocco e venire in Italia solo per brevi periodi di lavoro. Oggi quei ragazzi di borgata che Pier Paolo descriveva non esistono più. Persino io mi sono lasciato contagiare dal consumismo e mi sono comprato il cellulare. Sergio Citti, come stretto collaboratore di Pasolini e come disperato «poeta dei bisogni», ha inserito nei Magi Randagi il bisogno di credere tra le necessità fondamentali delle persone. I tre saltimbanchi viaggiano in un'Italia costellata da gente stupida alla ricerca di un nuovo Bambin Gesù e scoprendo che in ogni nuova vita c'è il Messia».

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