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Quando i profeti Usa combattevano McCarthy

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Con un tuffo nel passato tra Einsenhower e Kennedy, Hollywood si interroga su un decennio da tempo al centro di un revisionismo politico-culturale che non risparmia nessuno. «Brokenback mountain» si svolge nel Wyoming nel 1963 e narra la storia di due guardiani di pecore innamorati; «Good night and good luck» ripercorre la vicenda di un leggendario giornalista televisivo contro il senatore Joseph McCarthy, mentre «Capote» è qualcosa di più dell'attesa biografia del celebre scrittore Truman Capote. Il film riguarda solo un periodo molto particolare dello scrittore di New Orleans, quando, già celebre penna all'acido prussico dei salotti newyorchesi, decide di farsi spedire nel Kansas per la ricostruzione narrativa di un fatto di cronaca nera. Attesissimo, infine, «Walk the line», un viaggio attraverso gli stati del sud basato sull'avventurosa vita di Johnny Cash, l'eroe per eccellenza del country & western americano. Cash, il primo artista di una certa popolarità ad esibirsi nei penitenziari americani (dove soggiornò personalmente più volte) è inquadrato cinematograficamente dal punto di vista professionale e umano, con scorci di immagini che non risparmiano nulla all'interno di una vita vissuta al limite, e qualche volta ben oltre. Si tratta di film fortemente impregnati del «carattere americano», da cui spuntano i vizi e le virtù (poche per la verità) dei cosiddetti «mavericks», ovvero quei ribelli che seppero sopravvivere ad un decennio, in cui un giovane demagogo di talento, Joseph R. McCarthy, si assunse la guida della campagna anticomunista. Un senatore repubblicano del Wisconsin rimasto sconosciuto fino a quel momento, che avrebbe inserito nei dizionari un nuovo termine, «maccartismo», parola che indica accuse sensazionali, indiscriminate e senza prove di appartenenza o di simpatie per il comunismo. McCarthy venne prepotentemente alla ribalta nel febbraio del 1950 quando, nel tentativo di rivitalizzare le sue calanti fortune politiche, proclamò che decine, per non dire centinaia, di comunisti conosciuti erano tuttora al lavoro nel ministero degli Esteri. Prima di morire, McCarthy passò i suoi guai, non senza esser scaricato dal suo stesso partito, anche se di fatto il maccartismo avvelenò la vita pubblica americana, demoralizzò e diminuì l'efficienza del ministero degli Esteri e danneggiò gravemente la reputazione degli Stati Uniti all'estero. Così come il libro di Michael Harrington «L'altra America - la povertà degli Stati Uniti» rivelò al grande pubblico l'esistenza, dietro la facciata del benessere e della società opulenta, una massa di alcune decine di milioni di poveri, allo stesso modo questi film parlano di una nazione orgogliosa, della tipica diffidenza delle comunità rurali nei confronti del mondo inafferrabile delle grandi città dell'est. Sono film ricostruiti fin nei dettagli d'epoca in maniera quasi ossessiva: dalla moda alle auto, dal decoro al linguaggio, con qualche concessione al vecchio sud schiavista, che già negli anni Cinquanta costituiva la più importante comunità cristiana protestante del mondo. È in questa area geografica che sono nate le più prestigiose personalità religiose statunitensi, a partire da Martin Luther King, ed è qui che ogni domenica decine di milioni di americani si recano in chiesa a pregare, a intonare canti e ad ascoltare il «preacher», sia egli battista, metodista, presbiteriano o pentecostale. Le vicende di «Capote» e di «Walk the line» raccontano della «Bible Belt», il sud degli Stati Uniti, il gigante evangelico e fondamentalista che esprime un tipo particolare di protestantesimo, all'interno di un mosaico culturale e sociale che va da Faulkner a Tony Morrison, dagli spiritual al gospel passando per il rock and roll, dai «camp meetings» ai tele-evangelisti, dalle croci infiammate del Ku Klux Klan al Movimento per i Diritti Civili, dalla liturgia episc

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