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Addio a Mimmo Rotella, maestro italiano del «dècollage»

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Io strappo i manifesti prima dal muro, poi dalla base del quadro: quanto gusto, quanta fantasia, quanti interessi si accumulano, si urtano e si avvicendano dal primo all'ultimo strappo. Il collage offre una patina gialla o giallastra a questa geografia da diluvio: è la patina di una speranza». Così Mimmo Rotella amava spiegare ogni volta l'origine dell'invenzione che gli ha dato un ampio successo internazionale, il dècollage, nato da una sorta di pacifica guerriglia urbana già nel 1953. Lui stesso lo definiva una specie di "illuminazione zen" che gli aveva permesso di uscire da una crisi esistenziale e creativa, in una fase di pieno disprezzo del quadro da cavalletto. Ma ora, con la sua scomparsa, avvenuta ieri a Milano per un male incurabile si può dire che l'epoca del dècollage e degli affichistes ( gli altri suoi compagni di strada francesi) è veramente finita. Rotella era nato a Catanzaro nel 1918, si era diplomato all'Accademia di Belle Arti di Napoli e nel 1945 si era stabilito a Roma, dipingendo con eguale passione quadri figurativi e astratto-geometrici. Ma a poco a poco la sua costante curiosità per tutti gli aspetti della vita contemporanea lo porterà a vagabondare per la città alla ricerca di idee e di novità. Dall'informale eredita la gestualità e così strappa i manifesti dai muri urbani per incollarli e poi lacerarli di nuovo sulla tela, portandoli dal contesto della vita a quello dell'arte. In lui c'è un aperto costantemente ludico che lo tiene ben lontano da un altro colosso di quegli anni e dell'informale, Alberto Burri. L'incontro della sua vita è quello con il geniale critico Pierre Restany, a Milano, nel 1960, accanto a personalità del calibro di Tinguely, Spoerri, Klein, Arman: nasce il movimento del "Nouveau Rèalisme", i primi artisti insieme agli americani del New Dada a porsi il problema del rapporto con l'invasione pubblicitaria, con l'oggetto meccanico, con la produzione di massa. Nel 1964 Rotella si stabilisce a Parigi e inizia a conoscere un inarrestabile successo internazionale. Nel corso degli anni dà vita a diverse varianti tecniche dei suoi dècollage, per esempio tramite le "sovrapitture", ispirate al graffitismo ma continua imperterrito a rivestire il ruolo divertito e divertente del grande saccheggiatore urbano. Nel 1992 riceve l'onorificenza Officiel des Art et des Lettres dal ministro della cultura francese Jacques Lang, a cui farà seguito, nel 2002, la medaglia d'oro per le arti visive del Presidente della Repubblica italiana Ciampi. Intanto dalla fine degli anni Novanta era tornato a vivere a Milano, dove ha dato vita nel 2000 alla Fondazione Mimmo Rotella che si dovrà occupare di tutelare e diffondere la sua opera. Catanzaro lo ricorderà con la sua Casa della Memoria, quella materna, dove l'artista venne da giovanissimo a contatto con i primi colori.

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