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di MARIDA CATERINI PAOLO Bonolis non si sottrae alle domande sul ...

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Anticipa anche l'immediato futuro che ha un nome: «Il senso della vita», trasmissione all'esordio domani sera, alle 23.15, su Canale 5. Ospite ieri, di «Viva Radiodue», programma di Fiorello, in onda sulla seconda rete radiofonica, Bonolis mostra serenità, ma non tralascia l'occasione di prendersi qualche rivincita nei confronti di «Serie A», argomento che rimane al centro di tutta la sua partecipazione al programma. Appena entrato in studio, infatti, Enrico Mentana, in collegamento telefonico, chiede a Bonolis dei consigli proprio sulla gestione di «Serie A». «Avrei dovuto chiederli io a te - ribatte il conduttore - soprattutto sull'aspetto umano della faccenda». Alla risposta di Mentana («C'è poco di umano»), Fiorello ha ironizzato sulla durata della futura conduzione a «Serie A» dell'ex direttore del Tg5, sottolineando che «se vai via, Pupo è già in agguato». E subito è arrivata anche la telefonata di Marco Santin della Gialappa's Band. Santin ha puntualizzato che mentre con la gestione Bonolis, la Gialappa's durante «Serie A», poteva interagire con il conduttore, adesso gli interventi del gruppo sono relegati nell'ultima parte, come un programma a parte. Dunque nessun rimpianto per aver lasciato «Serie A» a Mentana il cui esordio in termini di audience, sembra aver soddisfatto le maestranze di Canale 5 più dei suoi risultati? «Davvero nessuno. L'azienda voleva che continuassi ma non c'erano più le condizioni perché restassi. Ho accettato un lavoro che non era nelle mie corde, perché sono stato conquistato dai larghi sorrisi con cui sono stato accolto. Salvo alla fine accorgermi che erano solo delle paresi facciali. Sono caduto in un tranello, ma fortunatamente ne sono uscito in tempo». È vero che la redazione di «Serie A» si sarebbe dovuta spostare da Milano a Roma? «Lo avevano comunicato a me ma si erano dimenticati di comunicarlo anche alla redazione sportiva Mediaset. Non potevo dividermi con Milano, visto che dovrei preparare anche un programma di prima serata per l'anno prossimo». Enrico Mentana l'ha invitata per questa sera a «Matrix». Ci sarà? «Solo in collegamento telefonico». Ma non si era parlato di lei come conduttore di un programma radiofonico proprio su Radiodue? «Il direttore Sergio Valzania mi avrebbe voluto. Ma poi è intervenuto "zio Tibia", ovvero il consigliere del CdA Sandro Curzi ed ha posto il veto ("Kojak" ha smentito, dichiarandosi «pronto a riprendere Bonolis ma a costi ragionevoli. Per quanto riguarda lo "zio Tibia" posso solo dire con certezza di non essere mai stato un pupazzo» ndr)». Dopo "er penombra" con cui ha etichettato Ettore Rognoni, adesso "zio Tibia". Ma lei ha la mania dei nomignoli? «Spesso l'ironia serve a sdrammatizzare situazioni altrimenti pesanti». Cosa pensa di Giorgio Panariello come suo successore sul palcoscenico del festival di Sanremo? «Sono certo che realizzerà una buona manifestazione. Gli auguro di non incappare nelle medesime difficoltà da me incontrate quando proposi di portare, tramite artisti come Nicky Nicolai, il jazz sul palcoscenico dell'Ariston. Sapesse come mi guardavano strano! Ma ho avuto ragione. E adesso porterò il jazz anche a "Il senso della vita"». Ci anticipa meglio i contenuti del programma che lei stesso ha definito «una trasmissione da servizio pubblico»? «Porremo ogni personaggio, il primo sarà Michele Placido, dinanzi ad immagini che lo riguardano, raccogliendone le sensazioni e le emozioni suscitate. Saranno interviste particolari, fuori del comune. La valenza da servizio pubblico si capirà dopo alcune settimane ed io mi auguro che si possa approdare talvolta anche in prima serata. Nella seconda puntata, nella quale ci occuperemo di una causa umanitaria molto forte, il protagonista sarà Walter Veltroni. Poi avremo Renato Zero e lo scrittore Gore Vidal. Ospiterò anche il dottor Francesco Mancarella che dal 1991 si occupa dei profughi che arrivano in Puglia. Acc

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