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La banale morbosità di Melissa

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La pellicola, ispirata al libro-scandalo, è prodotta da Francesca Neri

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»e liberamente ispirato al libro, che ha venduto 2 milioni e mezzo di copie nel mondo. Il film, che è passato ieri alla commissione censura, dove ha ricevuto il divieto ai 14 anni, è diretto da Luca Guadagnino (che lo ha sceneggiato con Barbara Alberti e Cristiana Farina) e distribuito da oggi in 300 copie dalla Sony Pictures. La storia è quella di una sedicenne alle prime esperienze sessuali, per lei così deludenti e scioccanti da costringerla alla solitudine e ad una spirale di depravazioni, nel compulsivo desiderio di nuove e spericolate avventure erotiche, che la conducono a menage a tre fino a rapporti con 5 uomini alla volta. Nulla è però visivamente hard, ma è tanta e banale la morbosità. Nel cast, oltre alla diciottenne spagnola Maria Valverde (nei panni di Melissa) anche una intensa Geraldine Chaplin (nel ruolo della nonna) e Fabrizia Sacchi, Letizia Ciampa, Elio Germano, Claudio Santamaria, Primo Reggiani e Nilo Mur. A coprodurre il film con la Spagna è la Bess Movie dell'attrice Francesca Neri, che non a caso debuttò 15 anni fa in Spagna, proprio con un film sulla iniziazione sessuale di una ragazza, ne «Le età di Lulù» di Bigas Luna. «Vivo questo debutto da produttrice, come se fossi al mio primo film — ha spiegato ieri la Neri — Ho investito energia nuova che nel mestiere di attrice era venuta meno. Aldilà del libro, fonte d'ispirazione soprattutto per il percorso emotivo della protagonista, ho voluto raccontare la storia di un'adolescente che attraverso un viaggio infernale, tra solitudini e delusioni, diventa una donna vera. Anche io oggi sono una donna, una madre, ma sono stata soprattutto un'adolescente che ha lottato contro dolori e solitudini per crescere. Certo, quella di Melissa è una storia unica ed estrema, attraverso la quale si racconta però l'interiorità di un'adolescente. Non è un documentario e non deve insegnare ai giovani ad usare i profilattici. Nella sceneggiatura, dalla quale si è dissociata la scrittrice Panarello, i personaggi maschili sono più definiti e ci sono due figure importanti: la madre e la nonna». Per l'attrice spagnola Valverde (che ha vinto un Goya come esordiente) «non tutte sono come Melissa, però esistono anche ragazze come lei. Al contrario del regista, credo sia più un film educativo per i genitori, che dovrebbero essere più attenti con i loro figli, che un film per gli adolescenti, più portati oggi per le storie colorate, con gli effetti speciali, e meno per quelle psicologiche. È un film sulla solitudine: Melissa usa il sesso per stordirsi e vendicarsi». Anche per la Chaplin «la solitudine adolescenziale è al centro del film: ho sofferto molto in quella età terribile, odiavo i miei e me stessa, ho visto mia figlia soffrire per la stessa solitudine, è stato inutile creare un ponte d'amore, perché l'altro non riesce ad attraversarlo. Spero che per i miei nipoti sarà diverso».

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