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Le tragedie del Novecento hanno segnato la vita e l'opera dello scrittore ungherese

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Koestler testimone della stupidità del male

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Nella vita di Koestler, grande letterato e grandissimo giornalista dell'epoca eroica dei corrispondenti di guerra, tutto è stato avventuroso e nulla certo a cominciare dal prenome, spesso ortografato Artur. Nulla tranne due cose: il talento onnivoro e il culto della libertà. Negli stupendi scritti autobiografici («Dialogo con la morte», «Freccia nell'azzurro», «La scrittura invisibile») Koestler ha dannunzianamente rivisitato e spesso inventato di sana pianta, ma con un sense of humour ignoto al Vate, la sua formazione politica. Amici che lo conobbero negli anni giovanili in Ungheria (come François Fejtö, di recente rievocato su queste pagine) nei disordini della Vienna postbellica, nella guerra civile di Spagna, nell'internamento in Francia prima e dopo la Blitzkrieg tedesca del 1940 (con Leo Valiani quale compagno di cella) non hanno dubbi che egli sia stato legato molto più strettamente e molto più a lungo a Mosca e al Komintern di quanto non abbia poi riconosciuto. Ma cosa importa che se ne sia staccato a metà o alla fine degli anni trenta? Conta invece che, nel corso della seconda guerra mondiale, Koestler di guerre ne combattesse già due. Una in divisa dell'esercito britannico contro il nazifascismo, dopo aver trovato rifugio a Londra. L'altra, con carta e penna, contro l'ideologia stalinista, ridiventata presentabile con l'alleanza contro Hitler, ma pronta a rispuntare dopo il conflitto più forte e sinistra di prima. Il male della storia è il protagonista di tutta l'opera letteraria, saggistica, scientifica di Koestler, a cominciare dal suo libro più famoso, il sempreverde «Buio a mezzogiorno» (1940) precursore di tutte le analisi su gulag e campi della morte. Ma al male Koestler si rifiuta di dare dignità metafisica o poetica. Dittature e dittatori gli sembrano stolti, portatori di un'idea miseramente funzionalista della natura umana. Gli studi sull'evoluzione della specie a cui si dedicò tutta la vita (eredità di un padre inventore autodidatta e commerciante fallito dei suoi stessi prodotti) lo convinsero che il "mostro" totalitario è solo un demente colpevole di atti osceni in luogo pubblico ai danni dell'umanità. Il vero problema non è lui, ma gli altri: il suo pubblico e i suoi seguaci. Koestler denunciava quindi non solo il totalitarismo, ma la resa degli intellettuali al totalitarismo, la miscela di narcisismo e paura che li spingeva a mettersi al servizio della criminalità politica e torna a spingerli di nuovo ogni volta che l'occasione si ripresenta, come abbiamo visto in questi anni. Era una posizione rischiosa a Parigi, dove Koestler cercò di stabilirsi, dopo un fallito tentativo di mettere radici in Palestina. Divenne proverbiale una sua formula corrosiva: the French flu, "l'influenza francese", che è in senso proprio una forma virale acuta, ma in senso figurato stigmatizzava la pessima influenza della rive gauche filostalinista, Sartre (allora) compreso, sulla cultura europea. Ma per sfuggire al morbo fu costretto a fare la valigia e tornare in Gran Bretagna, dove il liberalismo è più antico e gli intellettuali (per fortuna) vengono presi meno sul serio. Per un quindicennio Koestler fu in prima fila nelle battaglie della guerra fredda, dimostrazioni e attentati compresi. In Italia contò sempre su di una pattuglia non nutrita ma fedele di amici, ed è riconfortante che i suoi testi migliori siano stati riproposti in questi anni a nuovi lettori, in particolare dal Mulino per tenace scelta di Ugo Berti. Vi si trovano pagine profetiche, ad esempio quando Koestler anticipa la divisione ideologica tra la nuova America e la "old Europe", una volta che sarà vinto il comunismo. Ma ben presto la stupidità di quella lotta in cui gli intellettuali si virilizzavano invocando il sangue altrui gli venne a noia. Con la campagna contro la pena di morte insieme a Silone e Camus entrò nella militanza pacifista, fonte di altre roventi polemiche quando si schierò contro il rapimento, il processo

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