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Lars von Trier, nostalgia per la Kidman

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ESCE «MANDERLAY»

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Come è nel suo costume, non usa giri di parole il geniale e discusso regista danese per definire uno dei film più attesi dai cinefili italiani che arriverà, dopo il passaggio al Festival di Cannes lo scorso maggio, nelle nostre sale dal 28 ottobre distribuito dalla 01. Il ribelle e provocatore cineasta, celebre per aver ideato nel '95 il codice Dogma con dieci precise regole a cui attenersi per realizzare film anti-hollywoodiani, affronta con questa pellicola il tema del razzismo, «non escludendo - dice - neanche quello esistente nel mio Paese». Come per «Dogville» magistralmente interpretato dalla bella Nicole Kidman, lo scenario è sempre un teatro. Un pavimento bianco con i nomi delle strade e delle diverse piantagioni nonchè quelli degli abitanti scritti in nero. Il ciclorama è un grande sipario. Poche pareti, niente porte, solo una staccionata di legno, arredo ridotto all'essenziale. La storia è in gran parte ambientata in una piantagione, per l'appunto Manderlay, che si estende in un zona isolata da qualche parte nel profondo sud degli Usa. Il personaggio principale è sempre Grace, in questa occasione però ha il volto e la grazia di Bryce Dallas Howard (giovane figlia del famoso regista americano Ron Howard, l'ex Ricky Cunningham dei telefilm tv «Happy Days», in questi impegnato a girare «Il codice da Vinci»). La ragazza insieme al padre (Willem Dafoe) lasciano Dogville per cercare una nuova città dove stabilirsi fino a quando non arrivano a Manderlay, un luogo dove ancora regna la schiavitù. «Ovviamente ho ideato il personaggio di Grace influenzato dalla sua interprete - rivela von Trier - La sceneggiatura era stata scritta per la Kidman, dovendo cambiare attrice ho modificato anche la parte. Il fatto che Bryce sia così giovane rende più credibile la caparbietà del personaggio, il suo approccio verso le cose, anche se l'ingenuità è il tratto che le mie eroine hanno sempre avuto». Il regista conferma che sta lavorando alla parte finale della trilogia che si chiamerà «Wasington» e sull'ipotesi che possa essere di nuovo la bionda ex signora Cruise la protagonista non si sbilancia. «Ne stiamo parlando. La cosa più logica a questo punto sarebbe avere tre attrici diverse, ma vedremo....».

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