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L'italiano del futuro

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Il punto è se restare fermi nella determinazione che la nostra lingua e la cultura siano icone forti da esportare all'estero o lasciare che il mondo con la sua cronaca, che diventa sempre più rapidamente e tragicamente storia, ne contami e in qualche misura ne faciliti l'ingresso nel complesso concerto globale. Ad ascoltare quanto affermato dai relatori che si sono succeduti dal 28 al 30 settembre a Valletta nelle varie tavole rotonde, dibattiti, sessioni ristrette e forum, si ha l'impressione che l'italiano nel mondo goda ancora di una discreta salute ma che occorra anche stabilire al più presto tempi, modi e regole per una più efficace azione di sostegno e diffusione prima che altre lingue emergenti sopravanzino irrimediabilmente. Nell'Unione Europea siamo la terza o quarta lingua straniera parlata come lingua seconda. A Malta l'italiano di Dante viene subito dopo l'inglese e molto prima del francese, del tedesco o dello spagnolo. Bisogna avere fiducia e una buona dose di ottimismo e sperare nel futuro. Lo ha detto calorosamente il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel saluto video inviato ai convegnisti; lo ha confermato il ministro degli Esteri Fini nella sua brillante relazione introduttiva; lo ha ripetuto il Presidente della Dante Alighieri Bruno Bottai e in ugual misura lo si è ritrovato anche nei numeri del primo Annuario della lingua italiana presentato dal Consigliere Paolo Peluffo al congresso con le relazioni dei dati dell'inchieste di tre istituti di ricerca: (Bosio) Eurisko, (Pagnoncelli) Ipsos e (Piepoli) Istituto Piepoli. Di ritornare sull'argomento di Malta era stato un impegno preso nella rubrica del 18 settembre scorso e ne vale la pena anche perché la notizia vera è che la Rai ha preso parte attiva a un simposio di letterati e di studiosi di fenomeni linguistici discutendo orizzontalmente di problemi legati alla diffusione dell'immagine del nostro Paese attraverso il mezzo video. E lo ha fatto con ben due Consiglieri di amministrazione, Carlo Rognoni e Gennaro Malgieri, due direttori di rete, Roberto Morrione di Rai News 24 e Massimo Magliaro di Rai International, il vice direttore di Rai Educational coordinatiti da Pierluigi Malesani, direttore delle relazioni istituzionali Rai. Un grande sforzo coronato da successo con la presentazione in anteprima della nuova fiction «Gente di mare», ambientata nel suggestivo mare di Tropea. Dunque ancora una volta, Mare Nostrum! Ma nostrum ancora per quanto? E in quale misura è nostrum quello che viene dopo il Bosforo, oltre Suez o superata Gibilterra? La Rai è il più grande patrimonio produttivo di cultura del nostro paese. Da un telegiornale, un concerto, una telenovela o un programma di approfondimento dipendono molte cose, non ultima l'immagine che noi diamo dell'italia all'estero. Qui si tratta delle responsabilità che si hanno producendo messaggi attraverso il video, scegliendo cosa dire, ma soprattutto come dirlo e a chi dirlo. E' questo il punto: integrarsi con altri modelli scegliendo anche di usare lingue straniere per ampliare il numero dei destinatari (l'arabo ad esempio) o rimare fedeli al principio d'identità che intende distinguere l'Italia dal resto del villaggio globale? La ragione forse è di tutti, ma resta il fatto che soltanto dieci anni fa a Tunisi, Tirana, Algeri o nella stessa Valletta milioni di persone seguivano (e in parte seguono ancora) i palinsesti televisivi Rai in lingua italiana che ora vengono soppiantati dai canali satellitari in lingua inglese. Fino ad ora la risposta è stata data con Rai International che ha definitivamente spalancato le porte dell'italiano in tutto il mondo, con il delicato compito di distillare programmi a un pubblico che in Argentina, Australia, America del nord e in Europa ha da poco ottenuto anche il diritto di voto. Massimo Magliaro, che da anni dirige con com

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