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NEL CINEMA portoghese, da anni, spiccano due figure di prestigio, Manoel de Oliveira, il decano, il glorioso, ...

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Come ieri sera qui a Venezia dove si è visto «O fatalista» (Il fatalista), abile rielaborazione in chiave moderna del tanto celebrato «Jacques, le Fataliste» di Denis Diderot. La formula di base, in quel testo, pronunciata di continuo dal suo protagonista, era «quel che è scritto lassù accade quaggiù», senza però rifarsi a nessun tipo di Provvidenza perché, com'è stato detto, in Diderot si tendeva piuttosto ad arrivare a una «teologia senza Dio e a una filosofia senza alcuna verità». Nel film di Bothelo, Jacques è diventato Tiago ed è l'autista di un ricco che si diletta di ascoltare i racconti delle sue passate avventure amorose, raccontandogli le proprie, quando sono in viaggio, sollecitando e ascoltando i racconti dello stesso tipo dalla gente che incontrano. Sembra solo un gioco, invece sprizza ironia (e filosofia) ad ogni passo: con la trovata, in Bothelo che si è scritto anche il testo, di far commentare le intenzioni di Diderot da alcuni supposti autori del film che chiedono allo spettatore come desiderano che si continui e quali soluzioni narrative preferiscono che si scelgano. Con un gusto dell'esposizione che, affidato a scenografie di gusto e ad immagini di un nitore quasi geometrico, riesce a tenersi in equilibrio fra i sentimenti (con inganni) e una beffa sottile, che alla lunga finisce per trasformarsi nella vera cifra dell'impresa. Senza far sorridere perché, semmai, è il sarcasmo a venir privilegiato. Nessuna ambizione intellettuale nel film francese «Vers le Sud» (Verso il Sud), nonostante lo abbia realizzato quel Laurent Cantet che aveva ottenuto molti consensi critici (e premi) sia per la sua intensissima opera prima, «Risorse umane», sia per il singolare ma non certo privo di meriti «A tempo pieno». I protagonisti in quei due film, erano uomini, qui sono tre donne coinvolte ad Haiti, negli anni Settanta, in quel fenomeno che si è cominciato adesso a definire «turismo sessuale». Sono tutte più vicine ai cinquanta che non ai quaranta, però sono belle (una la interpreta addirittura Charlotte Rampling) e, anche se con soldi e doni, riescono facilmente a trovare giovani accompagnatori neri disposti a tutto. Uno di questi, però, il più ambito, trovato morto un mattino su una spiaggia, farà da spia sul vero clima attorno, gli orrori del regime all'epoca ancora in auge del dittatore Duvalier. Ma è l'unica nota seria (e plausibile). Il resto è solo la documentazione, fra cronaca e spettacolo, di quelle donne bramose.

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