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Mammì attore in «Walter e Giada» ispirato a Manzoni. «Ma il mio hobby è lo scopone scientifico»

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Sarà l'Innominato nella nuova reality fiction «Walter e Giada», ispirata al romanzo di Alessandro Manzoni «I promessi sposi» rivisitati in chiave moderna. Tra gli interpreti, quasi tutti sconosciuti, ci sono però Antonella Clerici nel ruolo di se stessa e Marco Giusti un compagno dell'Innominato. L'appuntamento è per lunedì 18 luglio alle 20,30 su Raitre per trentacinque puntate. Oltre a spiegare le motivazioni della sua singolare scelta, Mammì nel ricordare l'epoca in cui era politicamente impegnato, svela particolari inediti su personaggi di ieri e di oggi. L'Innominato nella rilettura moderna di «Walter e Giada» è un potente onorevole. La scelta è caduta su di lei perchè grande conoscitore del mondo della politica? «Ho accettato di calarmi nel ruolo dell'Innominato perché lo considero un personaggio di terribile spessore psicologico, mentre mai avrei interpretato un debole come Don Abbondio. Come il vero Innominato anche il mio personaggio si convertirà, ad una fede, però non religiosa ma familiare: nel senso che si riavvicinerà alla figlia che lo ha abbandonato anni addietro. Se vuol sapere se anche in politica si recita, le rispondo di si. E non solo una volta ogni tanto. Ma non significa che lo abbia fatto anch'io». Resterà unica questa esperienza di attore? «Ho scoperto che amo recitare. Non l'ho mai fatto neppure quando ero bambino. Mai dire mai nella vita». Ritiene che l'influenza della politica in Rai abbia assunto dei differenti connotati dal tempo in cui era ministro? «L'universo politico ha sempre influenzato viale Mazzini. Ma una volta aveva un vero potere decisionale. Penso ad esempio all'opera svolta da dirigenti come Bernabei ed Agnes che hanno reso competitiva l'azienda pubblica nei confronti della Tv privata». Nostalgia della politica? «Assolutamente no. Mi diverto ad osservarla dal di fuori. E constato che i miei tempi erano caratterizzati dalla politica dei partiti, mentre oggi siamo di fronte alla politica dei personaggi. La differenza di spessore è evidente». Crede sia necessaria una nuova legge per il mercato tv? «Se fosse andato in porto, negli anni 1987-88 un disegno di legge che assegnava all'emittenza privata due reti televisive e, fermo restando Raiuno e Raidue, sottraeva Raitre al dominio della pubblicità per l'emittenza pubblica, lo scenario televisivo sarebbe cambiato. Quel che non è mai stato detto è che, mentre l'allora segretario del Pci Natta concordò con la mia proposta, trovai l'opposizione degli altri comunisti, tra cui Veltroni, Guglielmi e Balassone». Che ne pensa della privatizzazione della Rai? «Spero che l'ipotesi tramonti, compresa quella che prevede la privatizzazione all'un per cento» Che tipo di telespettatore è oggi Oscar Mammì? «Seguo i film e soprattutto i dibattiti politici che mi divertono tanto da preferirli alle comiche. Guardo anche quella Tv del passato che adesso sta tanto tornando di moda con programmi come "Supervarietà"». Lei è noto anche per la sua passione per lo scopone scientifico sul quale ha scritto anche un libro. Ci svela nella prima Repubblica chi erano i giocatori più accaniti? «La Malfa era un grande esperto. Il presidente Pertini invece, giocava meno bene e, quando perdeva, accusava i suoi avversari di scambiarsi dei segni durante la partita». Con quali politici oggi giocherebbe a scopone scientifico? «Io farei coppia con Bertinotti. Mentre mi piacerebbe scontrarmi con Fassino ed il ministro Pisanu».

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