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«I miei sessant'anni festeggiati tra famiglia e teatro»

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«Non sono bastati i 40 anni di Papi, i 70 di Jannacci e di Baudo? Il problema è che appartengo alla "generazione atomica", quelli nati nel '45 - dice Montesano - Se non siamo generazione atomica noi, nati in giugno, che ci siamo beccati il nuvolone della prima bomba atomica. E poi, per paura che non ci facesse effetto, ci hanno fatto anche il richiamo sganciando la seconda! Due belle nubi radioattive». «Non c'è solo il sottoscritto oggi che compie gli anni - dice Montesano - ma c'è una carrettata di gente nata il 7 giugno del '45 ed io accetto di parlare un pochino di me se rendiamo un omaggio a tutti i miei coetanei, a tutti quei semplici cittadini che non hanno il previlegio di essere intervistati. Posso confessare un segreto? Mi sono un pochino venuti a noia i festeggiamenti dei cosidetti Vip... oggi festeggiamo da Nip e con i Nip, i Non important person. La festa da Nip è uguale alla festa che facevo da ragazzo a casa di mia cara nonnina Bianca, che mi ha fatto da madre che ho perso a 8 anni. Ecco una bella festa sarebbe passare il giorno del mio compleanno con mia madre. Ne ho passati così pochi con lei...Tornando nella sfera delle cose reali e possibili dunque, festeggiare come da ragazzo vuol dire stare in famiglia». «I 60 anni - spiega l'attore - li passerò in casa con i veri affetti che non sono effimeri come quelli finti che offre la società dell'apparenza e dell'appartenenza con i miei figli e mia moglie. Ho due figli bellissimi di 8 e 11 anni, e spesso mi diverto a stare con loro. Il pontone del 2 giugno noi lo abbiamo passato a Roma. Mentre un sacco di gente si accalcava sulle spiagge sotto gli ombrelloni o si accatastava sui lettini eurizzati, noi eravamo alla scuola di equitazione della S.S. Lazio. I miei ragazzi amano i cavalli. Io per regalo vorrei una Roma con più cavalli e meno macchine. Oppure una bella bicicletta elettrica». «Gli attori come me, della mia generazione sono una risorsa per il cinema italiano, lo arricchirebbero con la loro partecipazione, invece non sono utilizzati, è uno spreco di bravura ed un impoverimento per il cinema italiano. Peccato, così ci si rimette tutti. Credo sia un comportamento miope. Molto miope. Direi quasi cieco. Il teatro resta la mia attività principale. Grazie alla calorosa accoglienza del pubblico romano, ad ottobre torno al Sistina con "Noio vulevàn savuar ancor" poi andrò in giro, sarò a Milano, al teatro Manzoni ed a Firenze al teatro Verdi».

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