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Metti in siciliano il Ciclope d'Euripide tradotto da Pirandello

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Potrebbe risultare un giochetto di intrattenimento alla Franco e Ciccio oppure alla Andrea Camilleri. Ma per Luigi Pirandello (che era Luigi Pirandello) si rivelò una impresa di alto valore letterario e dai grandi effetti teatrali. D'altra parte la gestualità, i fonemi, la musicalità stessa della parlata siciliana, non può non conservare il sapore dell'antica tragedia greca. Ed è nel più piccolo e prezioso di questi Teatri greci, quello di Palazzolo Acreide, che l'Istituto del dramma antico di Siracusa ha scelto quest'anno di aprire il quarantunesimo ciclo delle rappresentazione classiche con la prima nazionale di «U Ciclopu», il dramma satiresco di Euripide, ridotto in siciliano da Luigi Pirandello, giunto integro e preziosissima testimonianza di un genere quasi sconosciuto. Nel solco della tradizione, invece, l'allestimento che l'INDA ha voluto per i due spettacoli che si svolgeranno fino al 26 giugno nella immensa cavea del Teatro Greco di Siracusa: «Sette contro Tebe» di Eschilo (su regia di Jean Pierre Vincent) e l'«Antigone» di Sofocle, (con Galatea Ranzi e Alessandro Haber con le musiche di Vangelis) per la regia di Irene Papas. Contemporaneamente si svolgerà (sempre nel Teatro Greco di Palazzolo Acreide) il Festival Internazionale del teatro classico dei giovani. Quest'anno arriveranno cinquanta gruppi teatrali, costituti dagli studenti dei Licei italiani e stranieri: da Sofia, Cordoba, Zagabria, Mons, Atene. Reciteranno Le Baccanti, l'Antigone, Gli Uccelli, l'Elettra, la Medea, l'Edipo Re. «È stata una delle più felici intuizioni di Giusto Monaco, il fondatore dell'INDA, per trasmettere alle nuove generazioni i valori della cultura classica che poi non sono altro che valori veri della vita - ricorda il sindaco di Palazzolo Acreide, Domenico Nigro - Un modo per rinsaldare il legame tra l'Europa e la Grecia, le nostre radici storiche e culturali».

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