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IL FILM D'ANIMAZIONE NELLE SALE A PASQUA

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Robot sì, ma con problemi psicologici

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Realizzato interamente in computer-animazione a 3 D da Blue Sky Studios e diretto da Chris Wedge (il laboratorio e il regista dello spettacolare «L'era glaciale»), il nuovo film della 20th Century Fox, uscirà a marzo, contemporaneamente negli Stati Uniti e in Italia. Una sintesi di circa venti minuti, è stata presentata, ieri, al Future Film Festival dal produttore Jerry Davis, al quale è andato il trofeo maggiore della rassegna bolognese, il Platinum Grand Prize, assegnato a chi più si distingue nell'applicazione cinematografica delle tecnologie digitali. Dopo l'era preistorica, gli effetti speciali tridimensionali di Blue Sky, stavolta, ci fanno viaggiare in un mondo meccanico, interamente popolato da stravaganti «Robots» ai quali, durante gli 85 minuti del lungometraggio, prestano le voci autentiche star di Hollywood, fra cui Ewan McGregor (Rodney, il verde protagonista con il sogno di diventare inventore), Robin Williams (Fender, il rosso compagno di Rodney, bisognoso di continue riparazioni), Halle Berry (Cappy, una robot in carriera), Mel Brooks (Bigweld, personalità a metà tra Babbo Natale ed Einstein, è il grande inventore che Rodney sogna d'incontrare). Signor Davis, rispetto a «L'era glaciale», qual è la principale differenza di «Robots»? «Stavolta, abbiamo creato dei personaggi completamente originali, mai conosciuti prima. E, siccome volevamo ambientare nel mondo delle macchine questo film che si basa sui grandi sentimenti umani dell'uguaglianza e della libertà, abbiamo svaligiato interi magazzini di robi-vecchie e di materiali rottamati per ispirarci a utensili degli anni '50 e '60, come vecchie caffettiere, motori di fuoribordo e cose simili. Personaggi e scenografia di "Robots" sono molto simili al design degli arnesi metallici di quel tempo e non hanno nulla in comune con la plastica e l'high-tech delle macchine attuali». I «Robots» sono un'allegoria del contesto umano? «La nostra commedia guarda molto ai criteri e ai valori che si trovano in storie come "Robin Hood" o "I tre moschettieri", dove si combatte contro l'ingiustizia e la discriminazione esercitate dal potere. Però, li abbiamo sviluppati dal punto di vista delle macchine, dei "Robots". E, perciò, abbiamo passato intere giornate a chiederci che cosa spaventi di più una macchina. Abbiamo trovato risposte come il passare di moda o la irreperibilità dei pezzi di ricambio, entrambe legate al progresso tecnologico». Infatti, il personaggio più odioso è il potente Ratchet che vuole eliminare dalla città i robot arrugginiti. «Il protagonista della nostra commedia, Rodney è di umili origini, è figlio di una lavastoviglie, e si batte perché ogni macchina abbia il diritto di esistere, indipendentemente dal materiale (il rango) di cui è fatto».

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