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Cappa e spada

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Zhang Yimou fa il bis dopo «Hero»

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Un lavoro che, come ha detto il regista, «non è un semplice film di arti marziali, ma una storia d'amore all'interno di un film d'azione». Dopo «Hero», è la seconda volta che il regista di «Lanterne rosse» (che lanciò nel firmamento cinematografico la stella di Gong Li) si misura in questo genere. «È vero - ha spiegato Yimou - prima o poi noi registi cinesi ci troviamo a fare film di arti marziali, ma in questo ho mescolato azione e sentimenti». Tra mille combattimenti (eccezionale quello aereo che si svolge in un canneto) i due protagonisti si sfideranno per l'amore di una donna. «Quando una donna è divisa tra due uomini - ha concluso Yimou - non può che finire tragicamente. La passione dinamica di queste tre persone così diverse è al centro dell'intrigo di questo film. Una sola cosa li lega: mentono su cosa sono veramente. In Cina diciamo che l'amore, l'odio, la passione e il desiderio di vendetta sono le emozioni più fugaci che ci siano e sono proprio tutti questi sentimenti che avviluppano i tre personaggi principali». Sulla perfezione stilistica e estetica del film (sono stupendamente curati costumi e scenografie) Zhang Yimou con modestia tutta orientale ha detto: «mi sono ispirato a dei dipinti dell'epoca Tange, non ho fatto altro che rappresentare quel mondo e i suoi colori».

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