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«Papa Mastai fece solo il suo dovere»

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Lo studioso Vittorio Messori spiega il significato del dogma dei dogmi

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Per approfondire questo affascinante tema, di cui il prossimo 8 dicembre la Chiesa festeggerà il centocinquantesimo anniversario, abbiamo rivolto alcune domande a un esperto conoscitore del mondo cristiano, Vittorio Messori, che da anni si dedica a una lettura seria e rigorosa di fatti e personaggi religiosi, politici e sociali. Dott. Messori, se dovesse spiegare a un non cristiano il significato del dogma dell'Immacolata quali parole userebbe? «È opportuno sgomberare subito il campo dagli equivoci in quanto troppo spesso si confonde il dogma dell'Immacolata con la verginità di Maria». In che senso? «Da due secoli viviamo in una cultura imbevuta di tendenze "innocentiste" che negano l'esistenza del peccato in quanto tale. In realtà il cristiano sa che non è così, che esiste un Redentore venuto sulla Terra a cancellare il peccato originale i cui effetti continuano a indurre in errore la fragile natura umana». Quando Pio IX proclamò il dogma con la bolla Ineffabilis Deus, la Chiesa stava vivendo un periodo di grandi rivolgimenti politici che seguivano gli eventi del tragico 1848. Quali furono le vere ragioni che spinsero il Papa a una simile scelta? «La sua è una domanda capziosa, ma legittima. È vero che nel corso dell'800 la Chiesa si trovò in estreme difficoltà politiche, ma il Papa fu un "martire" del Risorgimento. Il dogma dell'Immacolata non fu sancito per fini temporali, bensì spirituali. Per secoli i francescani e i domenicani si erano accapigliati su come giustificare la concezione immacolata di Maria; nel 1854 i tempi erano maturi perché si riconoscesse ufficialmente un simile mistero, e Papa Mastai da fervente mariano fece soltanto il proprio dovere». Nel 1858 si verificarono le apparizioni di Lourdes che ebbero per protagonista la piccola Bernadette Soubirous. Coincidenza o miracolo? «Lourdes è un evento straordinario. Possiamo dire che fu l'unica volta nella storia della Chiesa che Dio volle confermare con il proprio imprimatur un dogma promulgato dal suo rappresentante su questa terra». Per quale ragione allora i successori di Pio IX e soprattutto Papa Pacelli, che nel 1954 aveva festeggiato solennemente il centenario della proclamazione del dogma, non si recò mai alla grotta di Massabielle? «Le racconterò un episodio poco noto. Pio XII nel 1958, centenario delle apparizioni, aveva deciso di recarsi a Lourdes in aereo e doveva essere una visita a sorpresa. Era stato scelto un velivolo a due posti e contrattato persino il pilota che avrebbe dovuto portare il pontefice». Ma... «Le condizioni di salute in cui versava il Santo Padre indussero i medici a vietargli quella fatica e, non a caso, egli morì pochi mesi dopo». L'Europa a Venticinque ha bisogno ancora di credere a un simile mistero della fede? «Indubbiamente. Anzi le posso dire che sebbene le radici cristiane del vecchio continente non siano state menzionate nella Costituzione europea, la Vergine Maria si è da tempo burlata dei nostri smemorati costituenti». In che senso? «La bandiera europea, un drappo blu con una teoria di dodici stelle, è un simbolo mariano. Nel '54, quando fu bandito un concorso per disegnare il nuovo vessillo della CEE, la commissione di Bruxelles scelse quello eseguito da un designer belga, Arséne Heitz, che si era ispirato all'immagine di Maria così come è descritta nell'Apocalisse di S. Giovanni e con i tratti distintivi dell'Immacolata Concezione. Come si vede vale il vecchio detto secondo cui il diavolo fa le pentole e non i coperchi!».

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