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di MARIDA CATERINI ADRIANO Celentano sbatte la porta in faccia alla Rai e se ne va.

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L'ex Molleggiato ha definito inaccettabili le condizioni che aveva posto la direzione di Raiuno, intenzionata a visionare preventivamente i testi utilizzati nelle quattro puntate del varietà che, questa volta, non sarebbe stato prodotto da Bibi Ballandi ma sarebbe stata una produzione indipendente. Dal canto suo Fabrizio Del Noce, direttore di Raiuno si è detto dispiaciuto di perdere un personaggio così importante, ma che «ha rifiutato ogni alternativa proposta». Dopo settimane di contatti e di trattativa frenetica, giovedì scorso il direttore di Raiuno Del Noce aveva fatto sapere che si era vicini ad un accordo con Celentano. Invece ieri la doccia fredda per i vertici di viale Mazzini. Il cantante ha fatto sapere che per lui è inammissibile un controllo preventivo sui testi. «Non c'è libertà di parola» puntualizza l'ex Molleggiato. «Un nuovo programma ma a condizioni precise, dovrà essere realizzato ad aprile e Celentano dovrà godere della libertà che ha sempre contraddistinto i suoi precedenti show con viale Mazzini», aveva fatto sapere Claudia Mori solo qualche settimana fa, incontrando i vertici Rai. «Adriano è d'accordo soltanto a queste condizioni che hanno caratterizzato i suoi show passati, da "Svalutation" a "Francamente me ne infischio" nel 1999 fino a "125 milioni di cazz..te" andato in onda nel 2001», ha concluso la Mori. Dalla Rai si è fatto notare che lo show di Celentano era in programma per prima serata, in una fascia oraria per famiglie, accessibile anche ai minori. In più il programma doveva andare in onda ad aprile, mese in cui si svolgeranno le elezioni regionali. È ancora vivo, infatti, il ricordo di quel Fantastico del 1987, durante il quale Celentano, che ne era il conduttore, invitò i telespettatori a scrivere sulle schede elettorali frasi contro la caccia: era proprio la vigilia del referendum sull'abolizione o meno della caccia. Ma c'era stata anche un'altra ipotesi, non gradita allo stesso Molleggiato. Si pensava di far slittare il nuovo show ad ottobre. Ipotesi che la Rai avrebbe accolto positivamente ma che si è scontrata col il diniego dell'interessato. È possibile che la messa in onda ad aprile avrebbe rappresentato un traino per il nuovo cd di Celentano, traino inutile ad autunno inoltrato. «Quale libertà mi riconosce la Rai se poi il mio pensiero devo andarlo a sussurrare nelle orecchie dei dirigenti? Dietro "il pieno rispetto delle leggi" - afferma Celentano - si nascondono i regolamenti vigenti della Rai che a dirlo sembra una parola sola, ma in effetti questi regolamenti raggruppano più di 500 norme». Ed è subito arrivata la risposta di Fabrizio Del Noce, direttore di Raiuno: «Sono sinceramente dispiaciuto della interruzione delle trattative con Adriano Celentano, artista che fa parte della storia della Rai. Vorrei però che Celentano comprendesse che esistono un congruo numero di leggi, a cui noi come azienda concessionaria di servizio pubblico siamo giornalmente costretti a confrontarci». A Celentano, ha spiegato Del Noce, è stato offerto un controllo diretto della Rai sul programma oppure di rinunciare totalmente a questo nostro controllo preventivo «affidandogli la responsabilità piena del suo programma, nel rispetto di quelle leggi e di quei regolamenti ai quali per nessun cittadino della nostra Repubblica è concesso derogare». Nonostante questo è avvenuta la rottura. Il direttore generale della Rai, Flavio Cattaneo, si è detto un grandissimo ammiratore del Molleggiato, Per lui tutta la vicenda è un terribile malinteso. «Spero che Celentano rientri in Rai come e quando vuole - ha detto - Con tutta la libertà di parola e rispettando le leggi dello Stato».

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