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di GIAN LUIGI RONDI THE DAY AFTER TOMORROW — L'Alba del giorno dopo, di Roland Emmerich, ...

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ANCORA catastrofi per Roland Emmerich, come in «Independence Day». Solo che là le provocano degli alieni pronti a invadere la Terra, in climi di pura fantascienza, oggi, invece, si tratta della Natura che, violata dagli uomini, potrebbe distruggerli in linea con quello che la scienza è in grado di prevedere. Si parte dal riscaldamento del globo. Tutti ne parlano e a Kyoto c'è chi ha già cercato di porvi riparo, se pare senza consensi unanimi. Una delle sue possibili conseguenze è lo scioglimento dei ghiacci, da qui il mutamento delle correnti nei mari che, oltre a mutare radicalmente i climi avviandoli verso una nuova Era Glaciale, si presenterà con tempeste gigantesche che sommergeranno tutte le coste e le città costiere. Non fantascienza, perciò, ma una previsione che la scienza fa, pur pensando a un futuro ancora lontano. Quel futuro, invece, per il film di Emmerich, è oggi. Una famiglia con a capo un climatologo (Dennis Quaid). Suo figlio, un giovanotto di belle speranze (Jake Gillenhall), che va a New York per partecipare a una gara sportiva. Un altro climatologo (Ian Holm) che, lontano dalla Scozia da cui proviene, studia fra i ghiacci polari le modificazioni delle temperature. E anche tanta altra gente. Nel mondo, ma soprattutto negli Stati Uniti. Comincia il gelo, si scatenano le tormente, grandina in India, gli uragani sconvolgono le Hawaii, una serie infinita di tornado invade lo spazio e blocca il traffico aereo, mentre il mare infuriato si precipita su Manhattan lasciando emergere solo un po' la Statua della libertà. Presto, dato che la grande Glaciazione è arrivata, tutta coperta di ghiaccioli. Muoiono in tanti, ma, nonostante tutto, ci sarà un lieto fine: privato, perché la famiglia protagonista si salverà, sia pure per il rotto della cuffia, e socio-politico, perché un vice presidente degli Stati Uniti, fino a quel momento più preoccupato delle industrie che non degli ecosistemi, diventato presidente, si convertirà alla causa della scienza. Personaggi, dettagli che, anche quando sono in primo piano, non contano molto. Conta invece, e può persino affascinare, quella serie ininterrotta di disastri che, così kolossal e tutta effetti speciali, ancora al cinema non si era vista. Rombante, straripante, pronta a toccare il diapason di ogni possibile disastro. Vale il film.

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