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CERIMONIA CON IL REGISTA ALLA SAPIENZA DI ROMA

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«In questi casi - ha commentato Polanski prima di vestire il tradizionale tocco e toga e di ascoltare la laudatio ufficiale - ci si sente un po' più vecchi e idealmente pronti per la pensione. Io confesso di essere emozionato, grato al paese in cui venni da studente 45 anni fa e che ancora amo moltissimo ma anche nel pieno della mia vita creativa e pronto quindi a nuove sfide». Polanski, la cui laurea è stata proposta dal dipartimento di Slavistica per i particolari meriti nel campo della diffusione delle culture e della circolazione del pensiero tra l'Europa dell'Est e il mondo, si è soffermato sul rapporto culturale fra l'Italia e la Polonia rievocando la Roma di quand'era studente al Centro sperimentale di cinematografia («il tempo meraviglioso in cui vedevamo tutti, ma proprio tutti i capolavori del vostro magnifico neorealismo e imparavamo a conoscere un paese attraverso il suo cinema») e Cracovia, la sua città di elezione. «Pochi sanno - ha detto - che Cracovia fu per molto tempo la capitale della Polonia e che anche grazie a una regina italiana vi giunsero moltissimi dei vostri più grandi artisti costruendo palazzi, affrescando pareti e volte, dipingendo, scolpendo, cesellando fino a fare di quella città un magnifico scrigno rinascimentale nel cuore dell'est europeo». Parlando del suo cinema Polanski ha invece sottolineato che «oggi tutti i miei film precedenti mi appaiono quasi prove generali per arrivare a quel traguardo interiore che è stato "Il pianista". Scrollatomi di dosso questo pesante fardello ora penso ai miei figli, all'eredità che vorrei trasmettere per chi verrà dopo e anche per questo ho cominciato a concepire un nuovo adattamento per lo schermo di "Oliver Twist". Ho sempre amato Dickens e credo che la sua modernità sia eterna. In questo romanzo ho ritrovato corde che mi affascinano da sempre e quando mi sono accorto che l'ultimo film tratto dal libro era un musical del 1968, più di una generazione fa, ho pensato che fosse tempo di restituirlo alla sua grandezza». Ad applaudire la cerimonia di laurea c'erano gli amici più cari del cinema italiano da Gillo Pontecorvo a Francesco Maselli, dal produttore Maurizio Totti all'attore Luca Barbareschi. R. S.

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