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Thriller su misura per le elezioni

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Trama diabolica: eliminazione preventiva dell'uomo più potente del mondoL'autore di «Potere assoluto» rende protagonisti due agenti segreti con un passato tragico alle spalle: hanno visto morire l'uomo che dovevano proteggere

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Quando si è al servizio di un protagonista in piena campagna elettorale, elettrica come in Usa anche se accompagnata dai vecchi ritmi del jazz e da quelli più nuovi del pop, non ci si deve distrarre, e questo singolare testo-suspense racconta proprio di una divagazione dal tema, e dagli sforzi, talvolta persino comici, con cui si deve riguadagnare allineamente e copertura. Il romanzo infatti si apre con una distrazione dell'agente dei servizi segreti King, e con la morte (coincidenza? piano perfetto?) dal candidato alla presidenza americana: «Fu soltanto una frazione di secondo — racconta in apertura Baldacci — anche se a Sean King, agente del Servizio Segreto, sembrò la frazione di secondo più lunga della sua vita... E adesso il candidato presidenziale Clyde Ritter giaceva ai suoi piedi, sul pavimento di legno, con il cuore perforato da un proiettile. Lo sguardo di King passò dal cadavere all'uomo che aveva sparato: un tipo alto con gli occhiali, piuttosto attraente, che indossava una giacca di tweed...». Ma torniamo indietro, a quel maledetto giorno, il 26 di settembre del 1996, quando in un solo secondo appena scandito dalle lancette della Storia, vennero cancellate due vite per aspetti diversi importanti, quella di un possibile presidente Usa e del suo custode segreto che lo proteggeva. L'agente infatti, inutile dire che paga con la carriera stroncata la sua disattenzione, perché la vittima designata del colpo riuscito è il candidato Clyde Ritter, con ogni probabilità futuro presidente degli Stati Uniti. Al povero King non restano che un malinconico riciclaggio come avvocato e un ritiro in solitudine fra i boschi verdi della Virginia. Tutto sembra rientrato nella normalità, ma l'episodio inquietante si ripete a distanza di otto anni: un altro agente del Servizio Segreto, Michelle Maxwell, si ritrova nella stessa situazione difficile, poiché il candidato da controllare, John Bruno, è stato rapito, e tanto per gradire, proprio sotto il suo naso. Ora è prigioniero, indossa una squallida tuta grigia, barba lunga di molti giorni: «quale carceriere sano di mente — riflette Baldacci — darebbe mai un rasoio al suo prigioniero?». Fra le maglie fitte e intricate dell'ordito finisce per rimanere irretito anche quel King che sembrava aver ritrovato una vita tranquilla fra i boschi della Virginia. Nel suo studio ecco spuntare il cadavere di un collaboratore, ucciso con la sua pistola. E poi ancora: troppe circostanze conducono ad una possibile connessione fra l'uno e l'altro episodio, e non soltanto perché i due erano candidati alla presidenza Usa, ma anche perché una forte connessione sembra esistere nelle modalità dei due casi di sequestro, rapimento, per il primo addirittura uccisione. Spuntano interrogativi di ogni tipo: sulle ragioni del rapimento, sulla attendibilità e credibilità dell'omicida, sulle colpevoli distrazioni di King, fra cui quella decisiva e determinante. Baldacci compie, a metà del romanzo, un'attenta azione retrospettiva, va a frugare nel passato e da tutta l'operazione emerge uno spettrale scenario di orditi difficili da controllare, tutti inquietanti, ma soprattutto tutti possibili e plausibili, convincenti. Il mosaico è di ardua ricomposizione, perché il disegno è complesso e un po' tutti si sono adoperati perché lo fosse sempre di più. È ben solida l'alleanza fra Sean e Michelle, che agiscono di conserva, con una doppia intelligenza che li conduce a medesime conclusioni, anche se la massa informe del mistero svia ogni accurata indagine. L'astuzia e la spietatezza, d'altronde, sono forze occulte bene allestite e collaudate, perchè si possa giungere a qualche risultato c

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