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«Le mie donne piacerebbero a Bergman»

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Ha già deciso che non parteciperà al sequel. «Ora devo dedicarmi al teatro e al cinema»

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Un trittico di note eroine del passato fatte rivivere sui palcoscenici teatrali di tutt'Italia. Un altro trittico di personaggi femminili, televisivi, questa volta, iniziato con «Costanza» e «L'amore oltre la vita», si completa adesso con «Amanti e segreti». Ad interpretarli è sempre Monica Guerritore. L'attrice, nel ruolo di Ambra Leonardi, è la protagonista delle sei puntate di «Amanti e segreti» che stanno andando in onda il lunedì ed il martedì, su Raiuno. Fuori dalle logiche dell'Auditel, preoccupata soltanto a calarsi con credibilità nei personaggi a cui dà il volto, Monica Guerritore, parla dei suoi personaggi e del proprio futuro all'insegna di una svolta professionale. In «Amanti e segreti» lei sta comunicando al grande pubblico le terribili angosce esistenziali di Ambra, una donna che scende nell'inferno del dolore e del degrado per poi riscattarsi in un percorso simile a quello tolstojano di Resurrezione. Quali saranno i suoi prossimi ruoli? «Per Raiuno è già pronta la miniserie "Questo amore" girata accanto ad Enzo De Caro che dovrebbe andare in onda dopo "Amanti e segreti". Io sono Marta, una donna esile, incerta, insicura, sentimentalmente sfocata, che congloba nel suo essere donna e madre le varie sfaccettature della fragilità femminile. Vivrà una profonda crisi quando il suo unico figlio sceglierà di vivere da solo. Tutti i miei lavori televisivi sono ispirati a Bergman ed al suo "Scene da un matrimonio». Non sarà dunque presente nel sequel di "Amanti e segreti" a cui già Raifiction sta lavorando? «Ambra, quando giungerà alla sesta puntata, avrà percorso tutto il suo difficile iter esistenziale, ritrovando, contemporaneamente, la propria essenza di donna, madre e figlia. La seconda parte verterà a far crescere i personaggi di Christiane Filangieri, mia sorella, e del maresciallo Parenti, ovvero Maurizio Aiello. Io non ci sarò». Lei ha iniziato a quindici anni con Manon Lescaut. Non pensa ad un ruolo femminile in una fiction in costume per la Tv, visto il successo del genere? «C'è un capolavoro letterario che desidero intensamente portare sullo schermo, interpretandone la protagonista. Non rivelo il nome, temendo possano rubarmi l'idea. La fiction in costume ha un senso se affonda le radici nel nostro passato letterario. Anche se riconosco la buona fattura, a livello di favola, di un prodotto come "Elisa di Rivombrosa"». I suoi recenti personaggi teatrali sono eroine del passato. Continuerà a farle rivivere anche in futuro? «Dopo la conclusione della tournée teatrale de "La signora delle camelie" che toccherà Veneto, Toscana e Sicilia, abbandonerò le suggestioni dei secoli trascorsi. Adesso penso ad un percorso musicale e teatrale più vicino al nostro mondo. Desidero calarmi in un personaggio femminile, forte, intenso, complesso e significativo degli ultimi cinquant'anni. Impiegherò l'estate a capire quale». Qual è la sua opinione sulla recente stagione televisiva? «Esistono programmi di un certo valore qualitativo. Ho apprezzato la miniserie "Renzo e Lucia" della Archibugi, i telefilm de "Il commissario Montalbano" con Luca Zingaretti, seguo le inchieste come quelle sul Vajont. Bisognerebbe cercare idee nuove e non sfruttare quelle di successo fino alla consunzione, come invece avviene secondo una vecchia abitudine di chi lavora nel mondo dello spettacolo». Tornerà al cinema? «Molto presto».

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