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di DARIO ANTISERI CERTO, HA ragione Philippe Nemo a sostenere che la democrazia liberale è il ...

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Indubbiamente, una grande conquista è stata la costruzione del diritto privato romano. Ed è vero che la Grecia ha donato all'Europa l'idea di filosofia come discussione critica. Ma quello su cui val la pena insistere è che la Grecia non passò all'Europa i suoi dèi. Il Dio dei popoli europei è il Dio della Bibbia e del Vangelo. E se i Greci giunsero all'idea di psiche, non è a loro che noi dobbiamo l'idea di persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio. Concezioni, queste, le quali rappresentano, tra l'altro, l'evento politico di maggior peso di tutta la storia dell'Occidente. Per cui, se da una parte è incomprensibile che i padri della costituzione europea insistano a non richiamare esplicitamente le radici cristiane tra i tratti fondamentali dell'Europa, dall'altra apprezzabilissimo, se non per altro per ragioni storiche e culturali, è il reiterato appello di Giovanni Paolo II a non dimenticare le sorgenti cristiane dell'Europa. E' stato Eliot ad affermare che "se il Cristianesimo se ne va, se ne va tutta la nostra cultura, se ne va l'Europa". In realtà, innanzi tutto, va precisato che, pur tra vicissitudini compromissorie e a volte anche torbide, tra tentazioni "teocratiche" e rifiuti "satanocratici" della politica, l'idea del "date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio" ha esercitato una pressione talvolta travolgente su tutte le concezioni assolutistiche dello Stato. Per il cristiano solo Dio è assoluto, per cui tutto ciò che è storico è transeunte tutto ciò che è umano non è assoluto. Quando Plinio era governatore della Bitinia, inviò un resoconto all'imperatore Traiano, dove gli notificava di aver condannato a morte tutti quei cristiani che si erano rifiutati di acclamare Cesare come Signore (Kýrios Kástar) e di maledire Cristo (Anathema Christós). In breve, per il cristiano solo Dio è il Signore, l'Assoluto. Lo Stato, agli occhi del cristiano - annota Oskar Culmann in Dio e Cesare - "non è nulla di assoluto". Non lo è per decreto religioso. Káisar non è Kýrios: una spina nella carne nelle pretese onnivore del potere politico, principio religioso ed insieme etico, sorgente inesauribile di una miriade di corpi intermedi (associazioni di carità, ospedali, confraternite, ordini religiosi, scuole professionali, università, cooperative, organizzazioni giovanili, movimenti politici, ecc.) che pure tra cedimenti e collusioni hanno rappresentato nella storia dell'Occidente il presidio di iniziative libere di libere persone. Hanno cioè rappresentato la realizzazione più concreta e continua del principio di sussidiarietà - un principio che impone al "pubblico" (Stato, Regioni, Province, Comuni) di non fare tutto quello che i privati, da singoli o associati, sanno fare da sé. Da simile prospettiva il Cristianesimo, con le organizzazioni delle sue chiese, è stato, appunto, l'evento politico più importante dell'Occidente. Un evento che costituisce un tratto fondamentale dell'Occidente, e che ne ha fatto una "civiltà" diversa da tutte le altre - diversa perché più libera.

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