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«Saggezza vorrebbe che ci si sposasse tardi»

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Forse lo farò». Si sente di più un'attrice comica o tragica? «Ho sempre alternato personaggi comici a tragici. Elettra, Amleto, un ruolo difficile per una donna. È sempre complicato scegliere altro. È importante comunque che il testo sia intelligente». Cosa avrebbe fatto se non avesse fatto l'attrice? «Mi sarei occupata di ricerca. Biologa o archeologa. Amo creare le cose intorno a me, conoscere il mondo, sono molto curiosa. Mi informo sempre del nuovo. Leggo romanzi dei quali mi innamoro e propongo al pubblico. Il pubblico ama i romanzi che regalano un grande impatto». Si è sposata tardi, perché? «Sono sposata da due anni con un musicista e con lui a volte lavoro. Ci siamo conosciuti proprio sul lavoro con Carmelo Bene. Mi sono sposata tardi proprio perché è difficile incontrare una persona con la quale dividere il viaggio della vita e con la quale andare d'accordo. Con lui è comunque una magnifica avventura». Da piccola voleva già recitare? «Mi sarebbe piaciuto fare la ballerina o la biografa. Comunque preferivo l'arte, il teatro. Anche la danza era una mia passione, una passione che conservo ancora oggi. Ho cominciato a recitare in una scuola all'età di 13 anni. Poi il provino per un ruolo nel «Fu Mattia Pascal» con il grande Giorgio Albertazzi. Volevo convincere i miei, inizialmente contrari. Studiavo e recitavo». Cosa vuol dire essere attori? «È un'emozione diversa ogni volta. Un sogno che si vive sulla scena e anche fuori. Ho collaborato con grandi maestri. Sono stata fortunata perché non ho dovuto fare la classica trafila degli attori. Prima lo Stabile di Genova, poi a quello di Parma. Ho lavorato nella tivù e nel cinema. Amo entrambe le espressioni artistiche».

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