
Aiuto, Gf piace perché «è specchio dell'Italia»

Bell'avvio per il Grande Fratello edizione 2004, che sfiora il 39 per cento nella prima puntata. Prosit al bunker che quest'anno s'annuncia più cattivo e che, secondo i pubblicitari, piace soprattutto ai giovani e alle donne. E però lasciateci indignare un po' nel sentire Barbara D'Urso, la bis-conduttrice del reality show di Cinecittà, sentenziare, da sociologa dell'ultim'ora, che il successo della trasmissione dipende dal fatto che «il programma è lo specchio dell'Italia e i telespettatori si riconoscono in quello che vedono». E no, riccioluta Barbara: ci permetta di non riconoscerci nei muscoli tatuati di Taricone, nelle mascellone di Mascia, nei rutti e negli maleodori, nelle alcove, nelle docce, nella falsità di tutti gli auto-condannati alla segregazione promiscua fioriti nelle quattro edizioni del GF italiano. Così come permetteteci di non riconoscerci nell'acido ping pong tra Bonolis e Ricci che ha colonizzato la tv. Consentiteci, ancora, di dare un pizzicotto a chi, magari gli adolescenti, da Gf si fa ipnotizzare. Sostiene, l'ineffabile D'Urso, che il reality Endemol «è stato un grande evento perchè è stato percepito come vita vera». Ecco l'insidia da smascherare, se non bastassero gli scoop che indicano i reclusi di Cinecittà non come illustri sconosciuti, ma come simil-attori, gente che s'è già intrufolata nel mondo, o nel sottobosco, dei media. Al punto che l'edizione di quest'anno ha ufficialmente data per scontato la presenza di deja-vu nel tubo catodico. Tra vero e verosimile c'è differenza. La differenza maggiore è, per esempio, che un padre ha pudore a gettare in pasto alla platea televisiva le tensioni con la figlia. Sicuramente la stragrande maggioranza degli italiani non si specchia in lui.
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