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Le speranze deluse di Winston Churchill

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«Credevamo di sbarcare un feroce gatto selvatico e ci ritroviamo invece una balena arenata»

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Il Premier inglese, reduce dalla Conferenza di Teheran con Roosvelt e Stalin, era giunto a Tunisi esausto e con febbre alta; si era buscata una polmonite e il medico personale, Lord Moran, tentò invano di non farlo lavorare. L'antivigilia di Natale, «Winnie» si incontrò con Eisenhower e Alexander, per discutere i particolari dello sbarco e, nei giorni seguenti, proseguì le consultazioni. Alla fine, volò in Marocco, per un periodo di riposo. Churchill ne aveva abbastanza della lentezza con la quale si svolgevano le operazioni sul fronte italiano: la «Linea Gustav», approntata dalla Wehrmacht, non cedeva e molto sangue era stato versato. Perciò grande era la speranza che, con lo sbarco ad Anzio-Nettuno, i tedeschi, presi sul rovescio, fossero costretti a ripiegare in disordine verso nord. «Stupirà il mondo», confidò Churchill ai suoi collaboratori, quando mostrò i particolari dell'operazione anfibia a sud di Roma, coordinata dal generale americano Alan Clark, avversario principale del feldmaresciallo Albert Kesselring. Fissata la data dell'attacco (22 gennaio), il Premier attese fiducioso l'«affondo» di americani e inglesi, «Commandos» e «Rangers». Era destino che gli sbarchi nel Mediterraneo (quello del 1915 ai Dardanelli gli era costato il posto all'Ammiragliato) riservassero sgradite sorprese al discendente del duca di Marlborough. Il 28 gennaio, era del tutto evidente che «Shingle» non aveva dato i risultati sperati. Gli Alleati avevano realizzato una completa sorpresa; ma, invece di puntare subito sui Colli Albani, si erano attardati, per consolidare la testa di ponte. Kesselring, per parare la botta, aveva mandato in linea anche gli scritturali e i cucinieri: «un guazzabuglio confuso di unità». Colorito e sferzante il commento di Churchill: «Speravamo di sbarcare un gatto selvatico che facesse a pezzi le budella dei Boches (i tedeschi), invece abbiamo una enorme balena arenata che dimena la coda nell'acqua». Perfino ingenerosa la postilla finale: «Anzio? Un'operazione americana, priva di mordente» (come se non ci fossero anche gli inglesi). L'ordine categorico di Hitler: «Tagliate l'ascesso a sud di Roma!» non poté essere attuato, perché la supremazia aerea e navale alleata era assoluta. Ma americani e inglesi rimasero bloccati fino a maggio, quando, finalmente, il fronte di Cassino fu sfondato e le truppe si ricongiunsero.

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