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Lucia nuda nei «Promessi sposi» di Archibugi

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La regista difende la sua rilettura: «Nessun fine scandalistico ma il personaggio non è un santino»

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Nel ruolo della protagonista l'esordiente Michela Macalli, è affiancata da Renzo interpretato da Stefano Scandaletti. Nel cast c'è un convincente fra Cristoforo al quale dà il volto Toni Bertarelli, mentre Laura Morante è la monaca di Monza, Paolo Villaggio un inedito don Abbondio, Laura Betti la madre superiora, Stefano Dionisi un giovane ed avvenente don Rodrigo. Stefania Sandrelli si cala nella parte della madre di Lucia. La Archibugi, che sta già lavorando al suo prossimo film per il grande schermo, «Lezioni di volo», tratto da un suo soggetto, è all'esordio nella fiction televisiva. E spiega i motivi per i quali si è decisa ad approdare sul piccolo schermo in un'inedita operazione di rilettura del capolavoro manzoniano «I promessi sposi». Signora Archibugi lei per la prima volta si rivolge ad un pubblico differente dagli spettatori cinematografici. E per di più propone un nudo integrale dell'eroina manzoniana. Una doppia sfida per la sua prima volta in Tv? «La rilettura dei "Promessi sposi" mi è giunta come proposta e dopo la lettura della prima sceneggiatura di Scardamaglia e Lusuardi, mi sono detta che era una sfida da accettare. Durante le successive fasi di scrittura alle quali anch'io ho partecipato, ho dovuto immaginare un pubblico meno abituato a recarsi nelle sale cinematografiche. Ma la lavorazione ha seguito le medesime tecniche del cinema. Forse una Lucia che si spoglia è un'immagine inconsueta ma non ha fini scandalistici. Soltanto abbiamo voluto fornirle una psicologia più moderna. Nel senso che una povera ragazza, dinanzi alla scoperta degli specchi a tutta grandezza in una casa ricca, sente il bisogno di guardarsi, forse per capire i motivi delle attenzioni amorose di don Rodrigo nei suoi riguardi». Ma una Lucia che si spoglia non è in antitesi con il concetto di Provvidenza, protagonista del romanzo? «Innanzitutto il Manzoni non era bigotto, è giunto alla conversione con la ragione. La divina provvidenza incarnata da Lucia è un espediente geniale. Solo che il personaggio di Lucia, negli anni è stato compreso a fondo da pochi. Insomma non è un santino, ma una persona più reale». Non crede che siano tanti gli elementi di disaccordo con il romanzo manzoniano? «Non voglio assolutamente fare paragoni e parallelismi. La mia è una rilettura personale. Renzo e Lucia è un film apocrifo tratto da un romanzo vasto e profondo dal quale, leggendolo attentamente, si possono estrarre almeno una decina di storie collaterali. Un film basato sulle relazioni emozionali intercorrenti tra i vari protagonisti, tutti ugualmente importanti. Compresa Agnese che nei "Promessi sposi" è apparentemente un personaggio incolore ma diventa importante quando sostiene che "i ricchi sono tutti pazzi", una affermazione che ci ha permesso di dar vita ad una galleria di insoliti e curiosi personaggi». Non sente il peso del confronto con i grandi sceneggiati del passato? «Non li ho visti, e credo che la metà degli spettatori non li ricordi. Quegli sceneggiati erano, però, solo un'illustrazione del romanzo. Noi ci siamo perfettamente documentati sull'epoca raccontata ed abbiamo trovato una similitudine feroce tra il '600 ed un certo mondo odierno che ci sembra incomprensibile, come quello dei fanatismi religiosi».

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